BUONE CONDIZIONI
Seconda di copertina:
Per lungo tempo Antonello da Messina ebbe la strana condizione di figura notissima e al contempo misteriosa. Nato in una città e in una regione del tutto estranee alle grandi invenzioni del Quattrocento, divenne uno dei pittori più celebrati del Rinascimento, grazie a un suo trasferimento a Venezia, dove rimase meno di due anni. Nei secoli successivi la collocazione prevalentemente privata delle sue opere, la scarsa conoscenza dei fatti artistici e dei dipinti conservati in Italia meridionale, i ripetuti, disastrosi terremoti che colpirono la Sicilia danneggiando gravemente o distruggendo anche le opere d'arte, fecero sì che al nome, sempre celebre, del pittore, fosse associata una fisionomia artistica di fatto avvolta in una sorta di nebbia. La sua reale conoscenza cominciò soltanto nel 1860, grazie al viaggio in Sicilia e alle scoperte dello studioso lombardo Giovanni Battista Cavalcaselle, che risvegliarono l'interesse intorno al maestro messinese, i cui esordi erano del tutto ignoti e parecchie opere disperse o attribuite ad altri.
(Dal saggio di Federica Armiraglio)
Quarta di copertina:
La prima opera firmata e datata di Antonello, il "Salvator mundi" della National Gallery di Londra, del 1465, rivela d'acchito una partecipazione diretta al clima di ricerche della Rinascenza italiana, quale in quegli anni mai ci si sarebbe atteso da parte di un pittore di origine e di formazione meridionali. Il dipinto, pur nella sua frontalità assoluta, e più generalmente nella tipologia consueta alla pittura mediterranea del tempo, è contraddistinto curiosamente (ma non è caso unico nel percorso di Antonello) dalla presenza di un "pentimento" che vale a chiarire, quasi programmaticamente, il mutar di intendimenti formali: la prima redazione nella positura originaria della mano ancora ben evidente, le dita tese verso l'alto secondo l'accezione corrente, viene corretta in quella definitiva con l'imposto nuovo, in scorcio, delle dita a taglio rispetto al piano del torace. E mai correzione fu più vero segno di una nuova fede rivelata, autentica fulgurazione sulla via di Damasco.
(Dalla Presentazione di Raffaello Causa)
Sommario:
pag. 7 Raffaello Causa, Visione fiamminga e Rinascimento italiano
23 La vita e l'arte, di Federica Armiraglio
73 I capolavori, di Federica Armiraglio
Apparati
154 Tavola cronologica
156 Collocazione geografica delle opere
162 Breve antologia critica
173 Consigli bibliografici