Commento dell'editore e quarta di copertina:
Uno dei simboli più evidenti della romanizzazione consiste nella realizzazione, le cui tracce sono ancora in parte visibili, di infrastrutture legate alla distribuzione delle acque pubbliche: in particolare sono sopravvissuti i resti di grandiosi acquedotti e quelli, altrettanto mirabili, di molti edifici termali. Le infrastrutture idrauliche non solamente servivano per l'approvvigionamento delle fontane da cui scaturiva acqua potabile per l'uso dei cittadini e della rete di derivazioni private, ma rifornivano in gran quantità bagni pubblici, ninfei e terme, elementi considerati imprescindibili in ogni città romana, dalla Britannia all'Africa, dall'Hispania all'Asia. Scopo della presente ricerca è stato quello di verificare se e quali forme di mutamenti abbiano interessato la gestione degli acquedotti pubblici nel Tardo Antico, a partire dal principio del IV secolo fino al VI secolo d.C., dal punto di vista dell'organizzazione amministrativa, della lotta contro gli abusi totali o parziali, dell'impegno atto a contrastare il degrado delle strutture e a garantire la loro manutenzione costante, delle tipologie di pene comminate in caso di trasgressione delle norme stabilite e del rapporto, sempre difficile e controverso, tra pubblico e privato.

Indice:
pag. 11 Premessa
19 CAPITOLO PRIMO. GLI ALBORI DI UN NUOVO TEMPO: AQUAEDUCTUM LONGA INCURIA ET VETUSTATE CONRUPTUM REFICI IUSSERUNT
19 1. Considerazioni sulla denominazione di consularis aquorum nei provvedimenti giuridici e nelle fonti epigraflche di epoca costantiniana
29 2. Il materiale epigrafico dall'epoca dioclezianea a quella costantiniana
45 3. Gli amministratori dell'acqua pubblica in epoca postcostantiniana
48 4. Testimonianze epigrafiche sugli amministratori dell'acquedotto campano dell'Aqua Augusta
55 CAPITOLO SECONDO. INSTAURARE ANTIQUUM OPUS RECTIUS POTERIT QUAM NOVUM INCHOARE. IL TEMPO DI VALENTE E VALENTINIANO, TRA VOLONTÀ DI SFARZO E LOTTA AGLI ABUSI
55 1. Roma sotto Valentiniano
71 2. Problemi a Costantinopoli
79 3. Il richiamo all'ordine del proconsole Decimius Secundinus
85 CAPITOLO TERZO. TEODOSIO I E LA VETITI FURORIS AUDACIA
85 1. La nova Roma e i suoi acquedotti
111 2. La situazione in Occidente
117 3. Brevi considerazioni conclusive sull'epoca teodosiana
119 CAPITOLO QUARTO. AVIDA CUPIDITAS: IL TRAMONTO DEL IV SECOLO
119 1. La piaga delle derivazioni abusive in Oriente
128 2. L'attenzione di Onorio alle specificità territoriali
146 3. Il contributo dei pretori a Costantinopoli
150 4. Alcune considerazioni conclusive sugli anni di regno di Arcadio e Onorio
153 CAPITOLO QUINTO. EXSECRABILE VIDETUR DOMOS HUIUS ALMAE URBIS AQUAM HABERE VENALEM: IL TEMPO DI TEODOSIO II E DI VALENTINIANO III
153 1. Premessa
154 2. La preziosità delle acque del Nilo
159 3. Il centro degli interessi di Teodosio II: Costantinopoli
175 4. La Novella 5 di Valentiniano III
185 CAPITOLO SESTO. SIGNO EODEM NOTARI PRAECIPIMUS: COSTANTINOPOLI DA ZENONE AD ANASTASIO
185 1. Il praefectus urbi Adamantius e l'arcarius separatus
188 2. L'evergetismo forzato dei consoli
193 3. Quod publicum fuerit aliquando, minime sit privatum
204 4. C.11.43.11 e la reverentia antiquitatis di Anastasio
207 5. Qualche nota conclusiva sull'epoca di Zenone e Anastasio
209 CAPITOLO SETTIMO. CIVIS ANIMUM NON HABET, QUI URBIS SUAE GRATIA NON TENETUR: GLI ACQUEDOTTI PUBBLICI AL TRAMONTO DELL'ANTICHITÀ
209 1. Dalla morte di Valentiniano III a Teodorico
218 2. L'eruzione di Pollena del 472 d.C.
224 3. Infrastrutture idrauliche pubbliche in Italia nelle Variae di Cassiodoro
256 4. Qualche considerazione conclusiva
259 CAPITOLO OTTAVO. IN UNUM CONVENIANT... : GIUSTINIANO E IL CONTROLLO DEGLl ACQUEDOTTI PUBBLICI
259 1. L'alba di un nuovo mondo: religiosissimus episcopus et tres viri bonae exstimationis
270 2. La constitutio incerti imperatoris
278 3. I Bizantini a Roma all'indomani della riconquista bizantina
285 4. Qualche considerazione conclusiva
287 NOTE CONCLUSIVE
303 INDICE DEGLI AUTORI
311 INDICE DELLE FONTI