Figure del dissimile
Un giorno, in un corridoio del convento di San Marco a Firenze, dove Beato Angelico dipinse uno dei più grandi cicli di affreschi mai realizzati, Georges Didi-Huberman fu colpito da qualcosa che tutti gli storici dell'arte avevano ignorato. La "Madonna delle ombre", uno degli affreschi del cielo, poggiava su quattro pannelli stranamente dipinti a vaste chiazze multicolore con una pioggia di pigmenti spruzzati sulla parete e in apparenza privi di soggetto, informali, come in un dripping di Jackson Pollock. Da questa scoperta prende avvio questa indagine di Didi-Huberman in cui la storia delle idee, gli strumenti dell'estetica, della semiologia e della psicoanalisi convergono per delineare un'interpretazione originale e approfondita di questo artista mirabile le cui opere, come scrisse il Vasari, sono "tanto belle che paiono veramente di paradiso", al punto di procurare al suo autore lo pseudonimo di "Beato Angelico".