Commento dell'editore e seconda di copertina:
Partendo dalla proibizione canonica dell'usura, l'uomo basso-medievale indagò su natura e funzione del denaro destinato agli affari: il capitale-interesse, distinto e contrapposto al denaro-usura.
Ma la diffusione della povertà, involontaria e subita, in tutti i ceti, e il suo degradarsi fino alla miseria, furono l'altra faccia dello stesso processo economico che conduceva a superare la proibizione canonica.
Il danaro passava nelle mani dei mercanti divenendo con ciò un capitale, ma il crescente suo prezzo, cioè l'interesse, cominciava anche a manifestare lo sconvolgimento di un intero ordine sociale.
Indice:
pag. 9 Premessa
17 Introduzione: La produttività del capitale e la questione dell'interesse nella dottrina teologico-canonistica dei secoli XIII-XV
49 Capitolo I: Usura e carestie in un canonista del XIII secolo: Sinibaldo de' Fieschi, papa Innocenzo IV
85 Capitolo II: Il capitale del mercante, l'interesse e lo sconto nel pensiero di Pietro di Giovanni Olivi
97 Capitolo III: Un dibattito teologico sulle "prestanze" nella Firenze del secolo XIV
113 Capitolo IV: La povertà "involontaria" e le sue cause economiche nel pensiero e nella predicazione di Bernardino da Siena
143 Capitolo V: Sant'Antonino: un critico dell'economia fiorentina del Quattrocento
167 Appendice I: Le fonti del pensiero economico di sant'Antonino da Firenze
196 Appendice II: Note bibliografiche su sant'Antonino economista
223 Appendice III: Gli scritti sul capitale e sull'interesse di fra' Pietro di Giovanni Olivi
255 Bibliografia
257 Indice dei nomi