Ceramiche d'Occidente del Museo medievale

Ceramiche d'Occidente del Museo medievale

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DISPONIBILITA': Esaurito


TITOLO/DENOMINAZIONE:
Ceramiche d'Occidente del Museo medievale
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ANNO:
1986

DISPONIBILITA':
Esaurito

CARATTERISTICHE TECNICHE:
12 pagine
Illustrato

DESCRIZIONE:

Opuscolo di accompagnamento alla mostra (Bologna, Museo civico archeologico, 12 giugno-3 agosto 1986)

I Musei Civici d’Arte Antica organizzano questa esposizione della collezione di ceramiche occidentali del Museo Civico Medievale di Bologna, composta di circa trecento pezzi dei secoli XIII-XIX, che illustrano soprattutto lo sviluppo della ceramica figurata,cioè istoriata, nei maggiori centri di produzione italiani.
La collezione si colloca tra le più prestigiose raccolte italiane ed europee, sia per le illustri vicende collezionistiche che per l’alto livello qualitativo dei pezzi: essa ha origine dal lascito (1672) del marchese Ferdinando Cospi al Senato di Bologna, da cui provengono tra gli altri il boccale con busto di donna del 1499, la fiasca con la raffigurazione del mito di Ciparisso ed alcuni vasi ispano moreschi. Piatti e vasi di maiolica, esempio della nobilitazione della natura attraverso l’artifizio, suscitavano la curiosità del collezionista seicentesco per l’inganno del brillante e sontuoso rivestimento cromatico che riscattava la materia vile, per l’abilità del pittore ceramista, la bellezza delle forme, il potere evocativo del mito raffigurato. Già in precedenza, però, si era sviluppato a Bologna un interesse collezionistico per questo genere di oggetti, di cui costituisce un esempio illustre il nucleo di vasi "fittili aurati" della guardaroba bentivolesca di Ginevra Sforza.
Agli inizi del Settecento, il Museo Cospiano diede vita insieme a quello cinquecentesco di Ulisse Aldrovandi al museo istituito presso l’Istituto delle Scienze e l’Accademia Clementina dal generale Ferdinando Luigi Marsigli che provvide ad aumentarne la consistenza attraverso le donazioni delle proprie raccolte ed un intenso mecenatismo. Se non vi è documentazione di uno specifico interesse museografico del Settecento bolognese per il mondo della ceramica, rilevante è il sistematico riordinamento delle raccolte, che vennero sottratte allo schema spettacolare del museo barocco per divenire oggetto di interesse scientifico di tipo disciplinare, secondo i modelli europei dello sperimentalismo illuminista.
L’iniziale nucleo cospiano veniva nel frattempo arricchito fino a sfiorare l'attuale consistenza: agli inizi dell’Ottocento, trascorsa la bufera napoleonica che aveva profondamente inciso sull’assetto museale cittadino, venivano segnalati tra i materiali esposti presso il Museo della Regia Università "alcuni smalti e una serie nutrita di piatti istoriati del Rinascimento". Tutti i materiali pervennero infine al Museo Civico, inaugurato nel 1881, grazie all’interessamento di Luigi Frati bibliotecario dell’Archiginnasio e poi direttore del Museo, che acquisì uno dei pezzi più celebri della raccolta, il piatto con l’incoronazione di Carlo V già al Museo Pasolini di Faenza. La raccolta non modificò in seguito la propria fisionomia, ad eccezione di alcune donazioni dello stesso Frati, delle famiglie Pepoli e Rusconi, e dell’acquisizione di un’importantissima ceramica arcaica, il boccale apodo con cervo rinvenuto nel campanile della chiesa di San Francesco nel 1911 durante i lavori di restauro condotti da Alfonso Rubbiani.





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