Che cos'è il feudalesimo?
La permanente attualità di questo libro nasce anche dal costante lavoro che l'autore gli ha dedicato, rivedendo e aggiornando le successive edizioni fino al 1975. Giudicato un classico insostituibile, un modello di rigore e di chiarezza da parte di noti storici d'oggi come Duby e Labande, non era ancora tradotto in Italia dove, pur nel suo impianto divulgativo, era conosciuto e apprezzato solo dai medievisti. La scarsa circolazione di un'opera così importante è certamente una delle cause del ritardo della cultura italiana in tema di feudalesimo, in cui ancora sopravvive la tradizione dei giuristi tardomedievali che tentavano di razionalizzare l'anarchia dei poteri applicando a posteriori etichette "feudali" e dando così luogo a quell'immagine di un feudalesimo sovrastrutturale e formalizzato, che non è quello medievale, bensì quello della transizione dal Medioevo all'antico regime. In queste pagine il legame vassallatico-beneficiario appare con chiarezza come strumento di raccordo e di coesione dell'aristocarzia medievale, ben lontano dai luoghi comuni della piramide feudale e del feudo come giurisdizione separata o come latifondo retto a economia chiusa. Ne emerge il vero Medioevo, ricco di poteri signorili spontanei che devono la loro nascita alla loro intrapendenza, e non a una delega imprevidente da parte dello stato.