Poco più di mezzo secolo era trascorso dalla sua morte, e già, quasi quasi, il Vasari se ne dimenticava; se non gli fosse parso doveroso rammentare, in calce alla vita del suo compaesano Niccolò Baroncelli, il ritratto fattogli da Galasso ferrarese, e quindi aggiungere come postilla: "fu discepolo di Galasso, Cosmè, che dipinse in San Domenico di Ferrara una cappella, e gli sportelli che serrano l'organo del Duomo, e molte altre cose, che sono migliori che non furono le pitture di Galasso suo maestro". E da allora fino ai primi di questo secolo il nome della persona prima dell'arte ferrarese dei tempi di Leonello e di Borso torna a galla ben raramente...
(Dalla Presentazione di Eugenio Riccomini)