Seconda di copertina:
"Fra gli altri membri della famiglia di Nerone che avevano abbracciato la fede cristiana e la legge evangelica v'era una matrona romana nobile e ricca, parente, anzi, nipote dell'imperatore, di nome Priscilla, la quale con un onorevole pretesto si ritirò in Piemonte, nella città di Susa..." Così, con una favola che ne mitizza le origini, inizia questa cronaca di uno dei monasteri più famosi e potenti dell'Alto Medioevo.
Fondata in realtà nel 726 dal franco Abbone sulle pendici del Moncenisio, a controllo della grande strada che collegava il regno dei Franchi e dei Longobardi, ospitale con i poveri e i pellegrini, l'abbazia ebbe una lunga vicenda di splendori e di rovine. Fu un grande centro di potere e di cultura, dotato di immensi patrimoni, finché, all'inizio del IX secolo, i Saraceni non ne provocarono la caduta. Rinata in età ottoniana, conobbe poi un lungo declino.
L'ignoto monaco, che a metà del secolo XII imbastiva il racconto di queste vicissitudini, testimonia fatti e storie propri della sua età: prodigi, eventi, leggende, minuzie del quotidiano, poesia si accampano in un affresco dalla forte coloritura. Ne emerge un singolare gusto per il meraviglioso e la narrazione culmina nell'epopea di Valtario, eroe che anticipa nell'età di Attila le gesta carolinge. Di qui il duplice valore di documento di vita e di testo letterario assunto dalla "Cronaca", evocazione di un'età violenta e drammatica popolata di abati, giullari ed eremiti.
Indice:
pag. VII Introduzione, di Gian Carlo Alessio
XLI Nota critica
LXVIII Nota alle illustrazioni
Cronaca di Novalesa
3 Libro primo
47 Libro secondo
127 Libro terzo
185 Libro quarto
245 Libro quinto
313 Appendice
351 Indice dei nomi.