Testo latino a fronte
Commento dell'editore:
Il Giubileo del 1300 rappresentò il felice recupero istituzionale, operato da Bonifacio VIII, d'un moto spontaneo e improvviso della religiosità tardo-medioevale, mossa dall'aspirazione alla salvezza individuale e collettiva attraverso il pellegrinaggio, il pentimento e l'indulgenza. Il De centesimo seu iubileo anno liber di Iacopo Stefaneschi, cardinale diacono di San Giorgio al Velabro, ne costituisce la prima e più completa narrazione cronachistica, sostenuta da una riflessione teologica sul valore dell'indulgenza e sui suoi rapporti con la dottrina sacramentale e con la funzione della Chiesa. Cultura giuridica, esperienza amministrativa e perizia liturgica consentono all'autore, testimone diretto dei fatti, di cogliere i concreti aspetti organizzativi dell'evento che suscitò profonda impressione nei contemporanei, come Giovanni Villani e Dante. Dalla studiata asperità dell'arduo latino dello Stefaneschi - il cui opuscolo viene qui per la prima volta edito criticamente con traduzione e commento - emerge il significato storico e spirituale del Giubileo, memoria centenaria dell'avvento di Cristo nella storia del mondo.