Studi e Ricerche sulle vie di pellegrinaggio del Medioevo. Annuario del Centro Studi Romei
Seconda di copertina:
La variante collinare della via Francigena in Valdelsa, il cui itinerario ci è noto grazie alla memoria itineraria dell'arcivescovo di Canterbury, Sigeric (anno 990), oltre San Gimignano risaliva le alture che fanno da spartiacque tra Valdelsa e val di Cecina, dove s'incrociava (e per un breve tratto si sovrapponeva) alla via Volterrana, per poi digradare verso il fondo valle dell'Elsa, superando il fiume a un guado in prossimità della pieve a Elsa, ai piedi di Colle.
La pieve e l'abbazia di Conèo sorsero in tale contesto territoriale, che costituiva una tipica "area di strada", tanto che la pieve aveva conformato il suo plebato in funzione della viabilità, distribuendosi le sue chiese suffraganee lungo la via Volterrana e la via Francigena.
I caratteri architettonici delle due chiese, che denunziano influssi provenienti da alcuni tra i principali centri di produzione artistica del periodo romanico in Occidente, testimoniano dell'ampiezza degli orizzonti culturali, che veniva favorita dall'esistenza di vie di comunicazione che svolgevano il loro percorso a livello sovraregionale.
Indice:
pag. 7 Conèo, dove la via Francigena e la via Volterrana s'incontravano e avevano un tratto in comune
21 La pieve dei Santi Ippolito e Cassiano a Conèo e le chiese del suo piviere
31 L'abbazia di Santa Maria a Conèo. Una chiesa vallombrosana "eterodossa"
39 Ricognizione sull'apparato decorativo della pieve e dell'abbazia di Conèo (a cura di Stefano Mori)
59 Il tracciato della via Francigena oltre San Martino ai Foci, in direzione di Siena. Il nodo stradale di "Aelsa"
73 Bibliografia e fonti