Commento dell'editore:
In ottantatre voci d'autore una magistrale introduzione alla realtà del mondo medievale e ai suoi echi immaginari.
«Il Medioevo da noi proposto è […] vicino e lontano insieme. È vicino perché, allo strato dei retaggi preistorici e antichi, ha aggiunto (e spesso sostituito) apporti che noi avvertiamo, che oggi viviamo come retaggi fondamentali, creazioni d'identità originali: paesaggi urbani e rurali, conflitti e compromessi tra ragione e fede, rapporti difficili tra lo Stato e la società, organizzazione scolastica e universitaria, sensibilità artistica e letteraria. Tante cose ci arrivano dal Medioevo: il libro (alla fine dell'Antichità il codex cominciò a sostituire i rotoli), i nostri abiti (la camicia e i calzoni che hanno fatto dimenticare l'antica toga), il calendario, il genere letterario del romanzo, gli atteggiamenti nei confronti dei poveri, le reazioni di fronte alle epidemie (dalla lebbra e dalla peste all'Aids gli echi non mancano certo), ecc. Ma il Medioevo è anche lontano da noi. Ci è spesso estraneo, e questo charme esotico costituisce una parte importante del fascino che esercita. Per limitarci a qualche esempio, a caso, il miracolo e il diavolo non sono più onnipresenti, la morte improvvisa non è più considerata la peggiore possibile e, a dispetto dell'arte astratta (che sotto parecchi aspetti ci avvicina a una certa estetica medievale), il nostro occhio si è abituato fin dal Rinascimento a concepire la pittura e a osservare la realtà esterna secondo le regole della prospettiva. Come non sottolineare l'abisso che separa le condizioni materiali della nostra esistenza da quelle del Medioevo (e anche dei secoli che lo seguirono), sia che si tratti dell'habitat, dei mezzi di trasporto e di comunicazione, del lavoro o degli svaghi? E sebbene i credenti restino persuasi dell'esistenza di un aldilà, sebbene nuove forme di millenarismo - spesso più grossolane delle speculazioni apocalittiche dei chierici medievali - seducano un certo numero dei nostri contemporanei, abbiamo perduto l'abitudine di pensare in previsione dell'eternità» (Dall'Introduzione di Jacques Le Goff).
Indice:
Letteratura/e, di Michel Zink
Libertà e servitù, di Pierre Bonnassie
Mare, di Henri Bresc
Marginali, di Hanna Zaremska
Maschile/femminile, di Christiane Klapisch-Zuber
Medicina, di Marie-Christine Pouchelle
Medioevo, di Christian Amalvi
Memoria, di Patrick Geary
Meraviglioso, di Jacques Le Goff
Mercanti, di Pierre Monnet
Miracolo, di André Vauchez
Monaci e religiosi, di Lester K. Little
Moneta, di Thomas N. Bisson
Morte/i, di Michael Lauwers
Natura, di Tullio Gregory
Nobiltà, di Léopold Génicot
Numeri, di Guy Beaujouan
Ordine/i, di Dominique Iogna-Prat
Parentela, di Anita Guerreau-Jalabert
Peccato, di Carla Casagrande e Silvana Vecchio
Pellegrinaggio, di Michel Sot
Predicazione, di Marie-Anne Polo de Beaulieu
Quotidiano, di Françoise Piponnier
Ragione, di Alexander Murray
Re, di Jacques Le Goff
Riti, di Jean-Claude Schmitt
Roma, di Mario Sanfilippo
Santità, di Sofia Boesch Gajano
Scolastica, di Franco Alessio
Scritto/orale, di Jean Batany
Sessualità, di Jacques Rossiaud
Signoria, di Dominique Barthélemy
Simbolo, di Michel Pastoreau
Sogni, di Jacques Le Goff
Stato, di Jean-Philippe Genet
Storia, di Bernard Guenée
Stregoneria, di Jean-Claude Schmitt
Tempo, di Jacques Le Goff
Terra, di Robert Fossier
Università, di Jacques Verger
Universo, di Alistair Crombie e John North
Violenza, di Claude Gauvard
Indice analitico.