Ecce Homo di Antonello da Messina


PREZZO : EUR 20,00€
CODICE: EAN 9788885381605
AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
Autore:
EDITORE/PRODUTTORE :
COLLANA/SERIE :
DISPONIBILITA': Disponibile


TITOLO/DENOMINAZIONE:
Ecce Homo di Antonello da Messina

PREZZO : EUR 20,00€

CODICE :
EAN 9788885381605

AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
Autore:

EDITORE/PRODUTTORE:


COLLANA/SERIE:


ANNO:
2020

DISPONIBILITA':
Disponibile

CARATTERISTICHE TECNICHE:
80 pagine
43 ill. colori, 7 ill. b/n
Brossura con alette
cm 15 x 20,5 x 0,5
gr 214

DESCRIZIONE:

Commento dell'editore:
"... e consegnò Gesù". Antonello  e  Piacenza,  un'indagine sull'Ecce Homo
Il 14 febbraio 1479, nella contrada dei Sicofanti di Messina, in punto di morte Antonello fa redigere al notaio Antonio Mangianti il proprio testamento. Chiede di essere sepolto presso il convento di Santa Maria del Gesù con l'abito dell'Osservanza, precisando che a celebrare il suo funerale siano soltanto i frati minori, escludendo il clero della cattedrale e ogni altro religioso. È questa una preziosa testimonianza del coinvolgimento del pittore con quella regola che predicava il ritorno a una dedizione al Vangelo in obbedienza, povertà e castità recuperando i principi dell'Osservanza francescana. Una spiritualità che Antonello esprime nell'indagare, per molti anni e in una precisa ottica di fede, il tema devozionale del Christus patiens ed Ecce Homo sul recto di una pace o in piccole tavole da inginocchiatoio, la cui funzione era quella di accompagnare, insieme alla preghiera, la visualizzazione del sacrificio di Cristo per noi. Con i particolari iconografici – lacrime e stille di sangue – che rimandano alle pagine dei testi sulla Passione ove ritroviamo anche l'invenzione di quel cappio al collo di Cristo che il maestro siciliano ripete compulsivamente, ad accentuare il dolore di un sacrificio. La pittura evocando le Meditationes dello pseudo Bonaventura, tanto conosciute in ambito francescano, invita il devoto a guardare Cristo e il "lazo che ha al collo a modo de un ladrone".
Nel 1735 il cardinale Giulio Alberoni redige l'inventario dei beni nel suo palazzo: al numero 260 compare quel Cristo alla colonna che è ora gemma tra le più preziose dell'Opera Pia Collegio Alberoni…
…Un Cristo alla colonna il cui patetismo è portato al limite estremo: la corona di spine, la corda al collo e la colonna segnano iconograficamente un dipinto che sintetizza tutto il percorso precedente in un'acme di emozione espressiva, di verità patetica che le gocce di sangue e le stille delle lacrime muovono a un esito di autentico pathos. E di cui si ammira poi l'ottica lucente, l'estrema cura nel dipingere ogni pelo della barba, l'esecuzione dei capelli, infine quell'implorare a fior di labbra che lascia senza parole.
Gli Ecce Homo di Antonello sono come singoli fotogrammi di un medesimo film, variando solo l'attimo in cui è colto l'animo di Cristo nel momento della flagellazione. Una mirabile serie in cui è sufficiente il brillio di una lacrima su di una gota, la bocca aperta in un sospiro, a commuovere al massimo grado, con una forza di coinvolgimento emotivo mai prima sperimentata dal fedele quattrocentesco. È, se si vuole, la scoperta di un solo sentimento elementare, ma in anticipo notevole sulle sperimentazioni della pittura veneta e sui tentativi di un Leonardo, nei decenni successivi.
Nel tema del Cristo che si è fatto uomo, Antonello è il sublime interprete di una resa del dato psicologico fino ad allora inedito e che resterà nei secoli il tratto più soggettivo e alto di un pittore che indaga l'anima come non potrebbe un poeta. Quel pittore che il figlio Jacobello volle ricordare nella sua unica opera firmata a noi pervenuta, siglandola "filius nonumani pictoris". Un pittore "non umano". Divino Antonello.
GIOVANNI CARLO FEDERICO VILLA, Università degli Studi di Bergamo

Indice:
pag. 15 Introduzione
18 L'Ecce Homo di Piacenza
40 L'arte di Antonello
50 Il Cardinale Alberoni e la sua collezione
62 Dalle esposizioni di arte sacra agli artisti contemporanei: il successo a Piacenza dell'Ecce Homo
77 Bibliografia


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