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Quarta di copertina:
Nel mio racconto non ho perseguito l'intento di ritrascrivere semplici eventi storici, ma la mia attenzione si è incentrata unicamente sulla figura umana di questa regina, che fu soprattutto una madre infelice, in quanto durante la sua prigionia nel castello di Trani, dopo la battaglia di Benevento nella quale morì lo stesso Manfredi, si vide sottratti i suoi quattro figli all'epoca bambini dai sei ai due anni. Ho voluto soffermarmi soprattutto su questa circostanza e seguire questa madre regina nel suo silenzioso calvario da quella data 1266 alla sua morte avvenuta nel 1271. Ho ritenuto che questa pagina così crudele del passato non debba essere estrapolata dai nostri ricordi.
È una delle tante atrocità della storia di ieri non diversa poi tanto da quelle di oggi.
La presenza degli Svevi nella Puglia è ancora tangibile per le tante testimonianze del loro passaggio da essi lasciate.
È tempo che essi scendano dal Limbo in cui una memoria storica ormai remota li collocò e che sia data voce almeno a una delle tante donne che ebbero la ventura di sposare uno di loro, venendo in primo piano non per le battaglie vinte o perse, non per le interminabili e irrisolte diatribe con i Pontefici, non per la sete di potere e neppure per la costruzione di suggestivi castelli, ma semplicemente per la vita che visse, breve e condotta in ombra tra le pareti di una reggia, una vita così diversa da quelle comuni per questa sua condizione di regina, ma nello stesso tempo così simile al destino di tutte le madri, oltre che spose, che ricevettero insanabili ferite dalla logica della guerra, questa sì mai sconfitta. (Dalla Prefazione dell'Autrice)