Opere di Ludovico Carbone (1430-1485).
I testi più famosi di Ludovico Carbone sono quelli in volgare, in particolare le "Facezie" e il "Dialogo de la partita soa". Per quanto riguarda le prime, che talvolta si configurano come vere e proprie (brevi) novelle, c’è da dire che esse sono desunte in parte da repertori topici del genere, classici e moderni: ad esempio Svetonio e Macrobio nel primo caso e Poggio Bracciolini nel secondo; nelle rimanenti facezie prevale invece l’ambientazione ferrarese.
Per ciò che attiene al "Dialogo de la partita soa", scritto nel periodo in cui Carbone insegnò retorica e poetica presso l’Università bolognese, spicca l’originalità della struttura: si tratta infatti di un colloquio immaginario fra le città di Ferrara e di Bologna. Il tema affrontato è quello dell’amministrazione politica: principato o repubblica, nel quale l’autore privilegia ovviamente il punto di vista principesco, poiché l’opera è in realtà un esplicito elogio a Borso d’Este. Le parti meglio riuscite sono quelle dedicate alla ricostruzione di caratteristiche e ambientazioni delle due città: i quartieri, il mercato, la gastronomia, la vita studentesca, la fede religiosa e le belle donne.