Testo latino a fronte
Quarta di copertina:
Il sottile gioco dell'intelligenza umanistica trova in questo insieme quattrocentesco di "Facezie" espressione allegra e raffinata. Raccolto nell'arco di una vita trascorsa fra entusiasmanti scoperte di codici, discussioni letterarie, lotte politiche e sogni archeologici, in esso si fissa l'immagine della "dignitas" propria all'Umanesimo civile fiorentino: il motto sapido e bruciante come esempio di arte del vivere, in cui l'intelligenza inventiva, la comprensione lucida della realtà da parte dell'uomo "dotto e faceto" suonano opposizione a ogni falsa cultura, alla rozzezza di chi dell'ottusità ha fatto addirittura un mezzo di elevazione sociale. Poggio Bracciolini (Terranuova 1380 - Firenze 1459) illumina in questo libro le pieghe più nascoste della storia ufficiale, facendo emergere con fare da dandy, sotto la battuta folgorante o la dissimulazione ironica, un'idea di grande eleganza formale unita al gusto per l'infrazione, che saranno alla base così del classicismo coftese del Castiglione come della critica corrosiva di Erasmo da Rotterdam.
Sommario:
pag. 5 Ritratto di Poggio, di Eugenio Garin
25 Introduzione di Marcello Ciccuto
57 Documenti
69 Giudizi critici
79 Bibliografia
97 Illustrazioni
Facezie
109 Introduzione di Poggio Fiorentino
111 I. Di un povero nocchiero da Gaeta
113 II. Di un medico che curava i matti
117 III. Di Bonaccio de' Guasconi che si alzava tardi da letto
119 IV. Di un giudeo convinto a farsi cristiano
121 V. Di uno stupido che pensava che sua moglie avesse due fiche
121 VI. Di una vedova accesa d'amore per un povero
123 VII. Di un prelato a cavallo
125 VIII. Detto di Zuccaro
125 IX. Di un podestà
127 X. Di una donna che ingannò il marito
129 XI. Di un prete che ignorava la festività delle Palme
129 XII. Di alcuni contadini cui un artigiano chiese se volessero vivo o morto il Cristo che dovevano comprare
131 XIII. Motto di un cuoco all'insigne Duca di Milano
133 XIV. Motto del medesimo cuoco…
133 XV. Richiesta dello stesso cuoco…
133 XVI. Di Giannozzo Visconti
135 XVII. Di un confronto col sarto del Visconti
139 XVIII. Rimostranze a Facino Cane per via di un furto
139 XIX. Esortazione di un cardinale alle soldatesche pontificie
141 XX. Risposta al patriarca
143 XXI. Di papa Urbano VI
143 XXII. Di un prete che portò al vescovo dei capponi
145 XXIII. Di un amico mio che mal sopportava l'eccellere di chi a lui era inferiore…
145 XXIV. Di una donna furiosa
147 XXV. Una donna che stava sulla riva del Po
147 XXVI. Dell'abate di Settimo
147 XXVII. Della sorella incinta di un cittadino di Costanza
149 XXVIII. Detto dell'imperatore Sigismondo
149 XXIX. Detto del prete romano Lorenzo
151 XXX. Ragionamento di Niccolò d'Anagni
151 XXXI. Un prodigio
153 XXXII. Racconto del maestro Ugo da Siena
153 XXXIII. Un altro prodigio
153 XXXIV. Un altro prodigio
155 XXXV. Piacevole facezia su papa Bonifacio
157 XXXVI. Di un curato che seppellì un cagnetto
157 XXXVII. Di un signorotto che accusò un uomo facoltoso
159 XXXVIII. Di un frate che tenne brevissimo sermone
159 XXXIX. Spiritoso consiglio di Minaccio a un villano
161 XL. Risposta dello stesso Minaccio
161 XLI. Di un povero orbo che era andato a comprare frumento
163 XLII. Quello che chiese perdono alla moglie malata
163 XLIII. Di una giovinetta che accusava il marito di averlo corto
165 XLIV. Di un predicatore che preferiva dieci vergini…
167 XLV. Di Paolo che incrementò i piaceri di certi ignoranti
167 XLVI. Un confessore
167 XLVII. Vivace risposta di una donna
169 XLVIII. Il frate mendicante che parlò di pace a Bernardo…
169 XLIX. Storia di Francesco Filelfo
171 L. Il cardinale di Bordeaux a proposito di un saltimbanco
173 LI. Risposta di Ridolfo a Bernabò
175 LII. Altra arguta risposta di Ridolfo
175 LIII. Come i Fiorentini esposero il ritratto di Ridolfo…
177 LIV. Di un uomo che ferì Ridolfo tirando con l'arco
177 LV. Storia di un Mancino
177 LVI. Di quel tale che portava l'aratro in spalla
179 LVII. Squisita risposta di Dante poeta fiorentino
179 LVIII. Replica spiritosa dello stesso poeta
181 LIX. Di una donna che chiamava pidocchioso il marito
183 LX. Di uno che cercava la moglie annegata
183 LXI. Di un villano che sperava di diventar nobile
183 LXII. Di Guglielmo che l'aveva grosso e ben fatto
185 LXIII. Risposta di una donna pisana
185 LXIV. Detto di una matrona…
185 LXV. Avvertimento di un tale
185 LXVI. Detto di un perugino alla moglie
187 LXVII. Felice battuta di un giovane
187 LXVIII. Di un balordo che, udendo uno che imitava la sua voce, pensò di essere lui stesso a parlare
189 LXIX. Un villano che aveva un'oca da vendere
189 LXX. Di un avaro che bevve il piscio
191 LXXI. Il pastore che finse di confessarsi
193 LXXII. Un giocatore associato alle carceri
193 LXXIII. Di un padre che rimprovera il figlio ubriaco
193 LXXIV. Di un giovane di Perugia
195 LXXV. Del Duca d'Angiò che mostrò un gran tesoro a Ridolfo
195 LXXVI. Dello stesso Ridolfo
197 LXXVII. Allegra battuta di un perugino
197 LXXVIII. Lite fra due cortigiane per una pezza di tela
199 LXXIX. Il gallo e la volpe
199 LXXX. Piacevole battuta
201 LXXXI. Controversia fra un fiorentino e un veneziano
201 LXXXII. Paragone di Antonio Loschi
203 LXXXIII. Di un cantore che aveva promesso un recitativo…
203 LXXXIV. Di una donna che si mostrò quasi morta al marito
205 LXXXV. Piacevole scherzo di un cavaliere di Firenze
205 LXXXVI. Di un cavaliere che aveva una moglie bisbetica
207 LXXXVII. Di uno sconsiderato che curava gli asini
207 LXXXVIII. Definizione di Pietro de Eghi
209 LXXXIX. Di un medico
209 XC. Scherzo di un veneziano che non riconobbe il suo cavallo
211 XCI. Detto di Carlo bolognese
211 XCII. Di un usuraio che abbandonava il mestiere
213 XCIII. D'una baldracca mendicante
213 XCIV. Di un dottore e di un ignorante
215 XCV. Detto del vescovo di Aletto
215 XCVI. Detto faceto di un abate
217 XCVII. Motto arguto
217 XCVIII. Fatti straordinari narrati dall'amanuense
219 XCIX. Stupenda punizione del disprezzo dei santi
219 C. Esilarante storia di un vecchio che si caricò l'asino
223 CI. La più grande stupidità di un uomo
223 CII. Altra stupidità
223 CIII. Di un vecchio barbuto
225 CIV. Storia di un notaio narrata da un certo Carlo bolognese
227 CV. Di un dottore di Firenze che chiese alla regina di andare a letto con lui
229 CVI. Di un tale che vide il diavolo in specie di donna
231 CVII. Altra storia narrata da Angelotto
231 CVIII. Di un avvocato che ebbe fichi e pesche da un cliente
233 CIX. Di un medico abile nel visitare i colleghi
235 CX. Di due che litigavano per denaro
237 CXI. Di un medico ignorante che riconobbe una donna bisognosa del maschio in base all'urina
237 CXII. Di uno che si fece la moglie ammalata, guarendola
239 CXIII. Di un analfabeta che chiese all'arcivescovo di Milano la carica di arciprete
241 CXIV. Una puttana si lamenta dell'imperizia di un barbiere
241 CXV. Di un frate che confessava una vedova
241 CXVI. Di un uomo che si finse morto con la moglie
243 CXVII. Di un'ingenua fanciulla di Bologna
245 CXVIII. Risposta di un confessore al duca Bernabò
245 CXIX. Di un servo distratto gravato di un peso eccessivo
247 CXX. Di un uomo che voleva spendere 1000 fiorini…
247 CXXI. Detto arguto del famoso Dante
247 CXXII. Allegra risposta di una donna
249 CXXIII. Oscena inchiesta di un prete
249 CXXIV. Detto spassoso di un tale all'ambasciatore di Perugia
251 CXXV. Gli ambasciatori di Perugia da papa Urbano
251 CXXVI. Sciocca espressione dei messi fiorentini
253 CXXVII. Detto faceto di tale Giampietro da Siena
255 CXXVIII. Di un tale che aveva comprato alla moglie una veste
255 CXXIX. Deliziosa storiella di un medico
255 CXXX. Di un tale che trovava l'oro dormendo
257 CXXXI. Di un segretario dell'imperatore Federico
259 CXXXII. Di un fiorentino che mangiò dell'ebreo senza saperlo
261 CXXXIII. Visione di Francesco Filelfo
261 CXXXIV. Di un bevitore
261 CXXXV. Detto faceto del segretario apostolico Everardo…
263 CXXXVI. Scherzo molto allegro di un altro cardinale
263 CXXXVII. Di una donna che per nascondersi il capo si scoprì il culo
265 CXXXVIII. Spassoso racconto di un tale…
267 CXXXIX. Storia di Dante che rimproverava la moglie
267 CXL. Testamento di un vecchio a favore della moglie
269 CXLI. Zuccaro narra di una donna che chiedeva medicamenti…
271 CXLII. Di un eremita che ebbe rapporti con molte donne
273 CXLIII. Di un giovane fiorentino che si scopò la matrigna
273 CXLIV. Disputa tra frati minori
275 CXLV. Di un prete fiorentino che andò in Ungheria
277 CXLVI. Risposta di un villano al suo padrone
277 CXLVII. Motto di un poveraccio
277 CXLVIII. Beffe di un tale che intendeva ammazzare il maiale
279 CXLIX. Detto di Facino Cane
279 CL. Un giovane inesperto che non si fece la moglie…
281 CLI. La moglie di un pastore che ebbe un figlio da un prete
281 CLII. Il contadino che portò asini carichi di frumento
283 CLIII. Detto faceto di un povero a un ricco freddoloso
283 CLIV. Il montanaro che voleva sposare una ragazza
283 CLV. Di un sacerdote che aveva preso la decima…
285 CLIV. Un medico che si fece la moglie di un sarto, ammalata
285 CLVII. Di un fiorentino fidanzato alla figlia di una vedova
287 CLVIII. L'usuraio di Vicenza
289 CLIX. Spassosissimo racconto del cuoco Giannino
289 CLX. Un veneziano balordo che teneva in tasca gli speroni
291 CLXI. Un cretino di Venezia deriso da un ciarlatano
291 CLXII. Di un veneziano in viaggio per Treviso…
293 CLXIII. Una volpe inseguita dai cani
293 CLXIV. Di un fiorentino che acquistò un cavallo
295 CLXV. Facezia del buffone Gonnella
295 CLXVI. Altra facezia di uno che voleva far l'indovino
295 CLXVII. Alcuni prodigi narrati a papa Eugenio
297 CLXVIII. Mirabile prodigio
299 CLXIX. Un disonesto notaio di Firenze
301 CLXX. Il monaco che infilò il membro nel buco di una tavoletta
303 CLXXI. Storia tremenda di un giovane che mangiava bimbi
303 CLXXII. Un cavaliere fiorentino finse di uscir di casa…
305 CLXXIII. Di un campione di castità sorpreso in adulterio
305 CLXXIV. Sul medesimo argomento
307 CLXXV. Un poveraccio che viveva con la sua barca
309 CLXXVI. Di un milanese che presentò al confessore il diario delle sue colpe
309 CLXXVII. Un tale che volle le lodi di un amico…
311 CLXXVIII. Pasquino da Siena che disse a uno del corpo di stato che questo crepasse
311 CLXXIX. Di un dottore che a caccia parlava forbito…
313 CLXXX. Una donna lusingata per la grandezza della fica
313 CLXXXI. Spiritosaggine di una giovane fra le doglie
315 CLXXXII. Di un tale che esaltò un giovane romano
315 CLXXXIII. Diversi appetiti
315 CLXXXIV. Un mercante vantava la moglie…
317 CLXXXV. Intelligente risposta a un calunniatore
319 CLXXXVI. Sapida replica, appropriata per vari vescovi
319 CLXXXVII. Detto faceto di un tale su Francesco Filelfo
321 CLXXXVIII. Facezia sullo stesso personaggio
321 CLXXXIX. Un notaio che diventò lenone
323 CXC. Ridicola storia di un certo Petrillo…
323 CXCI. Storiella di un tale che ripassò un'intera famiglia
325 CXCII. Il suono
325 CXCIII. Il figlio di un principe costretto dal padre al silenzio…
327 CXCIV. Storia di un precettore
329 CXCV. Di un tale che scopò una comare…
329 CXCVI. Battuta notevole di Angelotto…
331 CXCVII. Un robusto cavaliere
331 CXCVIII. Motto di un giudice a un avvocato
333 CXCIX. Rimedio contro il freddo
333 CC. Di un predicatore
333 CCI. Una fanciulla allontanata dal marito
335 CCII. Contesa fra due uomini per lo stesso blasone
335 CCIII. Detto arguto di un medico che dava a caso le medicine
337 CCIV. Consiglio per un uomo che afflitto dai debiti
337 CCV. Pena inflitta ad omicidi greci e genovesi
339 CCVI. Detto scherzoso sui romani che si mangiano le "virtù"
339 CCVII. Quello che promise un cero alla Madonna
341 CCVIII. Altra facezia di uno che fece voto a San Ciriaco
341 CCIX. La vedova che desiderava un uomo maturo
343 CCX. Il frate che ingravidò la badessa
343 CCXI. Splendida risposta di un fanciullo al cardinale Angelotto
345 CCXII. L'apprendista calzolaio che scuoteva la moglie del padrone
345 CCXIII. Facezia di giovincella aerofagica
345 CCXIV. Dio è accettatore di fatti o di parole?
347 CCXV. Un egiziano sollecitato alla conversione
347 CCXVI. Il vescovo spagnolo che mangiò pernici per pesci
347 CCXVII. Di un matto che dormì con l'arcivescovo di Colonia…
349 CCXVIII. Arguzia di papa Martino…
349 CCXIX. Di uno che sparlava del cardinale Angelotto
351 CCXX. Il matto che dileggiava un cavaliere di Firenze
351 CCXXI. Una figlia giustifica al padre la propria sterilità
351 CCXXII. Giovanni Andrea sopreso in adulterio
353 CCXXIII. Un frate dei minori che rifece il naso a un bambino
353 CCXXIV. Un falsissimo fiorentino
353 CCXXV. Il geloso che si evirò…
353 CCXXVI. Che cosa udì un prete all'offertorio
357 CCXXVII. Di un prete che predicando sbagliò numero…
357 CCXXVIII. Intelligente risposta del cardinale d'Avignone…
357 CCXXIX. Terribile evento in San Giovanni in Laterano
359 CCXXX. Inganno al predicatore urlone
361 CCXXXI. La giovane che fu burlata dal marito anziano
361 CCXXXII. Le brache-reliquie di un frate minore
365 CCXXXIII. Un "breve" antipeste da portarsi al collo
365 CCXXXIV. Troppe occasioni di parlare offerte ad Angelotto
367 CCXXXV. Ridolfo presta un'ottima cavalcatura a un tale…
367 CCXXXVI. Lite di donne sfociata in una comica risposta
369 CCXXXVII. Inganno di un prete a un laico
369 CCXXXVIII. Un tintore inglese che ebbe una straordinaria avventura con la moglie
371 CCXXXIX. Confessione prima toscana e poi franca
373 CCXL. Lotta fra gazze e cornacchie
373 CCXLI. Scherzo di Francesco sui figli dei genovesi
373 CCXLII. Azione giusta ma brutale di un fiorentino
375 CCXLIII. Simpatica richiesta di un vecchio impotente
377 CCXLIV. Facezia di una cortigiana a danno dei veneziani
377 CCXLV. Facezia di un ignorante a confusione di dotti
377 CCXLVI. Acuta risposta a un mercante che sparlava degli altri
379 CCXLVII. Bella risposta di donna a un giovane…
381 CCXLVIII. Di un nobile gradasso ma buono a nulla…
381 CCXLIX. L'uomo che per due anni non mangiò né bevve
385 CCL. Facezia di un tale che aveva promesso di educare un asino
385 CCLI. Il prete che non sapeva se l'Epifania era maschio o femmina
385 CCLII. L'usuraio che si pentì per finta e fece peggio
387 CCLIII. Uccelletti, più o meno saggi
387 CCLIV. Risultò più scemo chi portava al collo troppe catenelle
389 CCLV. Sentenza di Ridolfo da Camerino…
389 CCLVI. Un porco spezzò un orcio d'olio…
391 CCLVII. Faceta risposta di un calvo a due giovincelle
391 CCLVIII. "Messer Perde il Piato"
393 CCLIX. La canzone che piace all'oste
393 CCLX. Allegra battuta su un secco
393 CCLXI. Facezia di una donna che aveva vuota la sacca
395 CCLXII. Barzelletta sui pochi amici di Dio
395 CCLXIII. Il frate di Sant'Antonio, il laico e il lupo
395 CCLXIV. Straordinaria compensazione fra penitente e confessore
397 CCLXVII. Feroci battute di due bimbi di Firenze
397 CCLXVI. Confusione di un giovane che pisciò sulla tavola
399 CCLXVII. Astuzia di donna fiorentina colta sul fatto
401 CCLXVIII. Il morto vivente che parlò e fece ridere
403 CCLXIX. Incertezza sofistica
403 CCLXX. Il mugnaio ingannato dalla moglie…
405 CCLXXI. Grazioso detto a negare una bellezza
405 CCLXXII. Risposta muliebre arguta ma poco fine
407 CCLXXIII. Osceno confronto coi denti che dondolano
407 Conclusione