Seconda di copertina:
"Federico II di Svevia offre all'analisi degli studiosi una personalità complessa, poliedrica, difficilmente penetrabile. Solo attraverso il confronto delle idee su argomenti specifici sarà possibile affinare la conoscenza di un uomo che è stato diplomatico, generale, statista, letterato, cultore della nascente scienza; che ha dominato autorevolmente per quarant'anni la scena europea".
Con questa premessa, Carlo Fornari analizza il personaggio nella sua lunga carriera di diplomatico e di generale. In presenza di atteggiamenti non sempre risoluti, spesso apparentemente contraddittori, che hanno alternato momenti di paziente ricerca delle intese a spietate campagne militari, è lecito domandarsi: egli fu davvero determinato ad evitare il più possibile la violenza, o ricorse senza scrupoli alla guerra, come non esitavano a fare gli stessi romani Pontefici? Usò la tolleranza per una precisa convinzione, o solo come subdolo strumento di lotta contro la Chiesa? Ed ancora: fu un buon generale, o un mediocre uomo d'arme che subiva suo malgrado le iniziative altrui?
Con prosa facile ed avvincente, il racconto alterna la narrazione dei fatti ad approfondite considerazioni che investono religione e politica assieme a moventi psicologici, sentimenti umani, condizionamenti sociali... Alla fine appare chiaro che la risposta più appropriata non può prescindere dal carattere dell'uomo, troppo ricco di interessi e vocazioni per poter essere sottoposto ai parametri di valutazione più ovvi e diffusi.

Sommario:
pag. 7 INTRODUZIONE
27 I ANNO 1212: LE PRIME CONTESE IN GERMANIA
43 II LA LUCERIA SARACENORUM
67 III UN CAPOLAVORO DI DIPLOMAZIA: LA CROCIATA DEGLI SCOMUNICATI
87 IV LE CAMPAGNE DI LOMBARDIA E LA MITICA BATTAGLIA DI CORTENOVA
115 V ROMA: DUE MANCATI ASSALTI FINALI
133 VI I CENTO ASSEDI IN UN TERRITORIO RICCO DI INSIDIE
181 VII ALCUNE CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
199 NOTE BIBLIOGRAFICHE