Commento dell'editore:
Quando apparve per la prima volta, nel 1931, questo saggio si impose subito come un’opera capitale, in grado di gettare nuova luce su alcuni passaggi decisivi dell’arte medioevale in Occidente. E non mancò di sbalordire l’«occhio assoluto» che rivelava il suo giovane autore, nonché la sua capacità di individuare nel groviglio dei corpi, nell’esplosione del mostruoso, nell’oltranza antirealistica della plastica dei secoli XI e XII la segreta immanenza di un ristretto numero di schemi lineari fissi. I più bizzarri intrecci animali, le più inverosimili deformazioni anatomiche ricalcano precisi motivi decorativi quali la palmetta, il viticcio, le foglie con gli steli ad asso di cuori: dietro l’apparente disordine e le violente sproporzioni della scultura romanica, Baltrušaitis intuisce così per primo la dialettica fra necessità architettoniche e una sorta di ossessione geometrica, di implacabile rigore formale. E confutando la tradizione che vede nella prima scultura monumentale del Medioevo un’arte ancora alla ricerca di se stessa e dei propri mezzi, inaugura una indagine magistrale – proseguita poi con "Il Medioevo fantastico" e "Risvegli e prodigi" –, che costituisce ancora oggi la migliore guida per chi voglia accostarsi non solo a uno dei periodi più misteriosi dell’arte, ma anche a quell’amalgama di teratologia e astrazione che si ritrova nei mondi visionari di ogni tempo.
Indice:
Avvertenza dell'autore
Prefazione
I. L'istituzione di un ordine
1. La cornice
2. L'ornamento
3. L'influenza
II. Formazioni
4. Dialettica ornamentale
5. Il capitello a "crochet"
6. Le grandi composizioni
III. Deformazioni
7. L'animale. Produzione dei mostri
8. L'uomo, bestiario antropomorfico
9. Distacco e permanenza
Conclusione
Indice dei luoghi.