Commento dell'editore e quarta di copertina:
«Essere "neodolciniani" significa riaffermare in Dolcino e nel suo movimento ereticale il simbolo di una "civiltà alpina" che anche con la loro sconfitta di ribelli apostolici iniziò il degrado. Una civiltà alpina non rassegnata a estinguersi, decisa a resistere all'omologazione di un falso progresso che altro non è che la prosecuzione del colonialismo di cui è vittima la montagna da parte dei poteri economici metropolitani. Battersi per una resistenza antica e nuova per il diritto alla "diversità" mai dimenticando che Margherita è emblema del riscatto delle donne e degli uomini vivi e liberi, creature di una madre-terra da amare e difendere da chi intende profanarla e violentarla» (Tavo Burat).
Sommario:
pag. 7 Introduzione
13 Alle origini: dal cristianesimo primitivo a Gioacchino da Fiore
21 La nascita del movimento apostolico: Gherardino Segalello, "libertario di Dio"
33 La comparsa di Dolcino e la prima lettera ai fedeli
41 La comunità errante dei fratelli apostolici: dal Trentino al Piemonte
49 In Valsesia: l'incontro con i montanari e la guerriglia
59 L'ultima resistenza, l'assedio sul Monte Rubello, il supplizio
69 Il rogo della "prima strega": Margherita da Trento
77 La "dottrina" del movimento apostolico-dolciniano
87 La Bibbia fonte d'anarchia: la «gran catena delle sollevazioni cristiane»
97 Il movimento operaio e la riscoperta del "Gesù socialista"
109 Civiltà montanara e autonomia bioregionale
123 Appendice.