Commento dell'editore:
Il volume individua gli aspetti dell’evoluzione della relazione tra parola e musica nel XIV secolo. L’autore osserva che mentre Dante – pur riconoscendo alla musica lo straordinario potere d’influenzare l’animo umano – evidenzia la pericolosità di quella secolare, Petrarca si lascia ammaliare da essa, ne considera i sorprendenti e diversificati effetti psicologici e si avvale delle sue doti comunicative. L’analisi dettagliata del Decameron di Boccaccio testimonia il nuovo modo di concepire il genere «profano», ossia liberamente e senza remore.
Indice:
VII Premessa
IX Introduzione
1 Capitolo primo - La concezione della musica nel Medioevo
1 1. I primi passi verso l'antropologizzazione culturale: San Francesco d'Assisi e Jacopone da Todi
6 2. Dante Alighieri e la filosofia classica della musica tramandata al Medioevo
17 Capitolo secondo - La funzionalità della musica nella Divina Commedia
17 1. La concezione del "sommo" poeta della musica in relazione al Dolce Stil Novo. Purgatorio II: l'"amoroso canto" di Casella
34 2. La funzionalità della musica nelle tre cantiche
47 Capitolo terzo - Francesco Petrarca, poeta fautore e simbolo di una nuova unione tra parola e musica
47 1. Un'era di grande fermento socio-politico e culturale: quadro storico del basso Medioevo e la sua influenza sulla produzione letterario-musicale coeva
51 2. L'unione parola-suono come sublime espressione dei sentimenti umani: il petrarchismo musicale
67 3. Analisi poetico-musicale del madrigale "Zefiro torna" di Claudio Monteverdi
79 Capitolo quarto - Boccaccio e la musica: specchio del processo di secolarizzazione della cultura del Trecento
79 1. La "colonna sonora" di Decameron
82 2 Le risonanze musicali della cornice narrativa
128 3. La musica nelle novelle del Decameron: fonte letteraria primaria per il movimento dell'Ars Nova italiana
145 Conclusioni
151 Bibliografia.