Genealogia dei principi d'Este


PREZZO : EUR 1.400,00€
CODICE: ISBN 8886251203 EAN 9788886251204
AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
Commentario al codice: Saggi di: , , ,
EDITORE/PRODUTTORE :
COLLANA/SERIE :
DISPONIBILITA': In esaurimento


TITOLO/DENOMINAZIONE:
Genealogia dei principi d'Este

PREZZO : EUR 1.400,00€

CODICE :
ISBN 8886251203
EAN 9788886251204

AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
Commentario al codice: Saggi di: , , ,

EDITORE/PRODUTTORE:


COLLANA/SERIE:


ANNO:
1996

DISPONIBILITA':
In esaurimento

CARATTERISTICHE TECNICHE:
Codice:
12 carte
24 tavole a colori
Legatura in velluto blu con stemma estense impresso in oro zecchino
cm 25 x 36
Commentario:
208 pagine
Cofanetto di custodia contenente il codice e il commentario

NOTE:
Riproduzione in facsimile dell'originale conservato nella Biblioteca Estense Universitaria, Modena, α.L.5.16=Ital.720, e nella Biblioteca Nazionale Centrale, Roma, fondo Vitt. Emanuele n. 293, cc. I-8-II

DESCRIZIONE:

Commento dell'editore:
Il codice miniato su pergamena (1474-1479 ca.) è costituito da due frammenti conservati a Modena e a Roma. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ne ha promosso la riunificazione, affidando al Bulino l’esecuzione di una esclusiva edizione in facsimile per valorizzare il pubblico patrimonio artistico e stimolarne la conoscenza.
Il codice risulta costituito da 169 ritratti di principi e membri di Casa d’Este dalle origini alle soglie del Cinquecento: da Alberto Azzo, primo vicario di Ferrara (1095), a Isabella d’Este-Gonzaga (1474). Sono inoltre già predisposti i medaglioni per i successivi quattro figli di Ercole I, fino a Ippolito, nato il 20 marzo 1479, e da ciò si è desunta la datazione del codice. Il miniatore fu con certezza artista ufficiale di corte, presumibilmente proveniente dalla scuola di Bonifacio Bembo o dalla cerchia di Baldassarre d’Este. Eseguito per la famiglia estense, il codice appartenne al cardinale Alessandro fino alla sua morte (1625), poi all’ordine dei Teatini di Reggio Emilia, presso i quali venne inopinatamente smembrato e disperso. Il frammento costituito dai due in folio esterni rientrò in Biblioteca Estense alla soppressione dell’ordine (1782), mentre i quattro in folio centrali riapparvero nel 1886 e furono acquistati dallo Stato per la Biblioteca di Roma, essendo allora ignota l’appartenenza al codice estense.
Il manoscritto, un unicum per interesse genealogico, iconografico e per la storia del costume, era un aulico “album di famiglia” da mostrare agli ospiti di rango per ostentare ricchezza, potere e origini illustri. Prevedeva nove ritratti per ogni carta, peraltro non tutti realizzati. I 169 Estensi effigiati entro medaglioni cinti di lauro, presentati a mezzo busto, hanno i volti acquerellati su fondo turchino; il fondo oro è riservato ai principi regnanti, indicati con il bastone di comando, e alle relative consorti. I testi sotto i medaglioni, in dialetto ferrarese, identificano i personaggi e forniscono dati biografici essenziali; per i principi più importanti abbondano notizie e note a margine. L’unica difformità figurativa è costituita dal ritratto di Borso d’Este, rappresentato a piena pagina, a figura intera su un prato erboso, con sgargianti vesti rosse ornate d’oro e lo scettro del comando. Questo non solo per il suo ruolo primario nella casata, ma anche come ringraziamento postumo di Ercole I al fratello che, nella successione, l’aveva preferito al nipote, pretendente legittimo.
L’opera, commissionata dal Ministero per i Beni Culturali, presentata alla Biblioteca Estense da Antonio Paolucci e alla Biblioteca Ariostea da Andrea Emiliani, riunisce i due frammenti originari (formato 25x36 cm); la doratura a rilievo dei fondi è impressa a caldo; la legatura è in velluto blu con stemma estense impresso in oro zecchino. Tiratura di 333 esemplari in esclusiva mondiale.


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