"In Giovanni Bellini la resa delle emozioni non è quella di un drammaturgo in grado di dar corpo con l'immaginazione all'intero spettro delle passioni umane; né, d'altra parte, egli manifesta alcun interesse per l'evento. Ciascuno dei suoi dipinti rende un singolo stato emozionale; e nelle prime opere si tratta quasi sempre di sentimenti di pietà e di amore. In tutte le versioni della Madonna con il Bambino la sfumatura e la varietà del sentimento sono perfettamente chiare e quasi sempre distinte; inoltre, la ricchezza della capacità inventiva di Bellini è dimostrata dalla perfetta armonia tra il sentimento particolare manifestato dalla madre, e la posa e l'espressione del bambino. Nelle prime opere il pathos è l'emozione dominante; e anche negli ultimi dipinti, nonostante l'amabile serenità, fluisce nel profondo una vena dello stesso sentimento. Ma il pathos delle figure non è mai melenso o sentimentale; è piuttosto, per come Bellini lo sente, l'approdo inevitabile della loro condizione di esseri umani; e se ci sono parole in grado di definire quello che Giovanni Bellini più intimamente di ogni altro artista ha saputo esprimere, sono le seguenti, di Virgilio: 'Sunt lachrymae rerum et mentem mortalia tangunt'."