Commento dell'editore:
Nove papi che, a contarli bene, sarebbero dieci. Cinque conclavi con un tetto scoperchiato ed un cardinale Orsini al carcere duro. Imperatori, principi e re nella Viterbo del XIII secolo tra fatti (pochi) e misfatti (tanti). È il periodo aureo della storia di Viterbo quando, con l'America ancora da scoprire ogni parola che usciva dal nostro Palazzo Papale era legge per il mondo conosciuto.
La lotta per il primato sulla città di Roma tra il potere della Curia papale e quello senatoriale, avevano spinto il pontefice Alessandro IV, a cercare un sicuro e conveniente rifugio a Viterbo. Nella primavera del 1261, egli moriva in questa città, e qui, come da consuetudine, si tenne la riunione dei cardinali per eleggere il successore.
In quel tempo questi consessi dei componenti il Sacro Collegio, non si chiamavano ancora conclavi.
Il primo conclave della storia si terrà a Viterbo. Per accelerare l'elezione del nuovo papa, il Capitano del Popolo Raniero Gatti, rinchiuse i cardinali nel Palazzo Papale (clausi cum-clave). Quel primo conclave fu anche il più lungo nella storia della Chiesa. Infatti, durò ben due anni e nove mesi. Durante questo periodo, per spronare i cardinali ad eleggere presto un successore, fu anche scoperchiato il tetto del Palazzo, lasciando tutti i porporati esposti alle intemperie.
Il Capitano del Popolo Raniero Gatti voleva a tutti i costi che i porporati eleggessero presto un altro papa e, sovente, li maltrattava. Il poveretto aveva dimenticato che ogni cardinale componente il Sacro Collegio, anche se non sarà poi eletto papa, rimane sempre un importante consigliere del pontefice.
Questa piccola dimenticanza costò a Viterbo la perdita del titolo di Città Papale.
A Viterbo si tennero in totale cinque conclavi. e furono eletti sei papi. (Due di questi non erano cardinali. Uno era vescovo ed uno addirittura neanche prete, ma solo arcidiacono). Questa discrepanza tra il numero dei papi e quello dei conclavi si deve all'elezione di Vicedomino Vicedomini che nessun documento vaticano riporta. Le uniche tracce di questa elezione, sono presso il Capitolo Generale dell'Ordine dei Francescani a Roma.
Del piacentino Vicedomino Vicedomini si narra che fu eletto nel pomeriggio e morì, misteriosamente, durante la notte.
I papi che governarono la Chiesa dal Palazzo Papale di Viterbo sono stati:
Clemente IV, Gregorio X, Adriano V, Giovanni XXI, Niccolò III.
Erano quelli tempi in cui non era facile tenere a lungo le sorti della Chiesa. Nel biennio 1266-1277, per esempio, passarono a miglior vita ben quattro papi: Gregorio X, Innocenzo V, Adriano V e Giovanni XXI.
Il primo papa eletto a Viterbo, Urbano IV, viene consacrato nella Chiesa di Santa Maria in Gradi il 4 settembre del 1261. Esattamente tre anni dopo la solenne traslazione del sacro corpo della verginella viterbese, da Santa Maria in Poggio al convento di San Damiano, nel giorno che secoli dopo, il calendario dedicherà a Santa Rosa da Viterbo.
È questa una coincidenza emblematica, che fa intravedere l'intercessione di Santa Rosa per il periodo di permanenza dei papi a Viterbo.
Il libro prende in esame un periodo di storia che va dal 1261 al 1281. Sono quelli gli anni in cui Viterbo si arricchisce di nuove chiese e di nuovi palazzi. Il bellissimo quartiere di San Pellegrino, oggi meta di tanti turisti, era all'epoca il quartiere dei nobili.
Nel libro si riporta anche la storia del miracolo del sacro corporale di Bolsena oggi conservato ad Orvieto.
Martino IV l'ultimo papa eletto a Viterbo era ghiotto delle anguille del lago di Bolsena. Le nutriva prima nel latte e le cuoceva in croccanti manicaretti nel vino est-est-est.
Un'indigestione di gustosissimi manicaretti di anguille, sarà la causa della sua morte.
Note di copertina:
"Il castello di San Lorenzo deve essere subito abbattuto" ordinò il cardinale Raniero Capocci: è questo l'incipit de "I conclavi dei viterbesi".
La storia presa in esame è ricca di avvenimenti e tra questi ce ne sono alcuni che l'autore ha voluto sottolineare: Carlo d'Angiò aveva avuto in sposa Beatrice che non sopportava più di essere la moglie del fratello del re di Francia, mentre le sue tre sorelle erano tutte maritate ad un re. Nella vita di un uomo non c'è peggiore cosa, che essere sempre paragonato, a qualcuno di famiglia che è più ricco o anche più potente. È vero anche che Beatrice "ipotecò" la sua corona di regina, con una notte di fuoco nell'alcova di Carlo [...]
Le truppe saracene dello scomunicato Manfredi erano arrivate vicino ad Orvieto e Urbano IV si era sentito in trappola [...]
[...] il papa gettò a terra i torcetti accesi che teneva nelle mani, pronunciando con voce stentorea: "Sieno scomunicati. Sieno scomunicati." Dopo di lui tutti i prelati, che si erano disposti in due lunghe file, recitarono la stessa maledizione, gettando a loro volta a terra, i ceri accesi che tenevano in mano.
In quei terribili momenti la maledizione divina correva sotto gli alti capitelli della Cattedrale come un uccello nero del malaugurio [...]
Nel periodo che va dal 1261 al 1281 Viterbo è a tutti gli effetti città papale. Nel suo elegante e moderno Palazzo vennero a soggiornare ben nove papi (Alessandro IV, Urbano IV, Clemente IV, Gregorio X, Innocenzo V, Adriano V, Giovanni XXI, Niccolò III e Martino IV).
Il primo papa eletto a Viterbo, Urbano IV, viene consacrato nella chiesa di Santa Maria in Gradi il 4 settembre del 1261. Esattamente tre anni dopo la solenne traslazione del corpo della verginella viterbese, da Santa Maria in Poggio al convento di S. Damiano, nel giorno che secoli dopo, il calendario dedicherà a Santa Rosa. Una coincidenza emblematica che fa intravedere l'intercessione di Santa Rosa per il periodo di permanenza dei papi a Viterbo.
In quel tempo i pontefici, raramente, riuscivano a tenere le sorti della Chiesa per periodi superiori a tre anni.
Nel biennio 1276-1277 morirono quattro papi (Gregorio X, Innocenzo V, Adriano V e Giovanni XXI).
Se poi si considera che prima di Giovanni XXI ci fu l'elezione, mai trascritta, del vicentino Vicedomino Vicedomini (che morì la notte stessa della sua elezione), allora i pontefici morti salirebbero al considerevole numero di cinque.
Viterbo è la città famosa in tutto ii mondo per avere ospitato il conclave più lungo della storia della Chiesa: due anni e nove mesi. In quell'occasione i cardinali vennero rinchiusi a forza nel Palazzo Papale (clausi cum clave), e questo tipo di costrizione forzata, dette da quel giorno il nome conclave a tutte le riunioni per l'elezione del nuovo papa.
Indice:
pag. 17 Capitolo I. C'era una volta un Castello
23 Capitolo II. La pace tra Federico e Viterbo
29 Capitolo III. Lo sfogo di Federico II
33 Capitolo IV. Alessandro IV a Viterbo
37 Capitolo V. Alessandro IV e Santa Rosa
41 Capitolo VI. Le richieste della Santa
45 Capitolo VII. La solenne traslazione
49 Capitolo VIII. Alessandro IV prepara il Concilio
55 Capitolo IX. Il sogno sacro e profano
59 Capitolo X. Alessandro IV muore a Viterbo
63 Capitolo XI. Le campane rintoccano a morto
67 Capitolo XII. Prime mosse di Urbano IV
73 Capitolo XIII. La condanna capitale
77 Capitolo XIV. Carlo d'Angiò
79 Capitolo XV. La promessa di Carlo
83 Capitolo XVI. La lunga notte di Beatrice
85 Capitolo XVII. Pietro da Praga
89 Capitolo XVIII. Carlo d'Angiò candidato a re
97 Capitolo XIX. Papa Clemente IV
103 Capitolo XX. La passione d'Orazio
107 Capitolo XXI. Il signore della comunicazione
109 Capitolo XXII. La battaglia di Benevento
111 Capitolo XXIII. Il Serpente trafitto
113 Capitolo XXIV. La morte di Manfredi
117 Capitolo XXV. Clemente IV viene a Viterbo
119 Capitolo XXVI. Corradino scende in campo
123 Capitolo XXVII. Carlo d'Angiò viene a Viterbo
127 Capitolo XXVIII. Don Arrigo infante di Spagna
129 Capitolo XXIX. Corradino scende in Italia
131 Capitolo XXX. La solenne scomunica
137 Capitolo XXXI. Corradino infiamma i Ghibellini
139 Capitolo XXXII. Il sogno biblico
141 Capitolo XXXIII. La profezia di Clemente IV
147 Capitolo XXXIV. Il sermone profetico
151 Capitolo XXXV. Il Ghibellino ha cambiato bandiera
153 Capitolo XXXVI. Carlo feroce giustiziere
157 Capitolo XXXVII. Clemente IV muore a Viterbo
161 Capitolo XXXVIII. I sette peccati capitali di Pietro
163 Capitolo XXXIX. Il primo conclave della storia
165 Capitolo XL. Palatio discooperto
169 Capitolo XLI. Viterbo rifulge come il sole
171 Capitolo XLII. La diplomazia di Carlo
173 Capitolo XLIII. Il conte di Leicester
175 Capitolo XLIV. Il sogno di Riccardo di Cornovaglia
177 Capitolo XLV. Morto in grembo a Dio
183 Capitolo XLVI. Elezione di Gregorio X
187 Capitolo XLVII. I nodi vengono al pettine
191 Capitolo XLVIII. Fine di Guido di Monforte
193 Capitolo XLIX. Morte di Gregorio X
197 Capitolo L. Il terzo conclave
199 Capitolo LI. Vicedomino Vicedomini
201 Capitolo LII. Giovanni XXI
205 Capitolo LIII. Il quarto conclave
209 Capitolo LIV. Viterbo abbandonata
213 Capitolo LV. Il Consiglio Generale e Speciale
215 Capitolo LVI. Annessione della Romagna
219 Capitolo LVII. Niccolò III contro Carlo d'Angiò
221 Capitolo LVIII. Il feudo invidiato
225 Capitolo LIX. Orso ottiene il feudo
227 Capitolo LX. Niccolò III muore a Soriano
229 Capitolo LXI. Il quinto e ultimo conclave
231 Capitolo LXII. Il Consiglio Generale Straordinario
235 Capitolo LXIII. Viterbo abbruttita dall'interdetto
237 Capitolo LXIV. La storia di Defuk
241 Capitolo LXV. Il popolo contro i nobili
245 Capitolo LXVI. Il risveglio del guerriero
249 Capitolo LXVII. La pesante cappa dell'anatema
251 Capitolo LXVIII. La scorpacciata funesta
255 Capitolo LXIX. Viterbo castigata acerbamente