Nell'anno 429 i Vandali, popolazione di stirpe germanica, irruppero in Africa alla ricerca di nuovi spazi seminando morte e distruzione. Vi rimasero fino all'anno 534. Erano barbari, secondo la communis opinio, e professavano un cristianesimo di espressione ariana. Barbari ed eretici, dunque, violenti ed empi, cui si affianca un clero a sua volta incapace di astenersi ab insania et furore sanguinis. Seguirono rivolgimenti spirituali e politici, economici e culturali, che trovano ampia risonanza nei sermones del tempo. A cominciare dalla persecuzione, che gl'invasori alimentarono contro i cattolici per quasi tutto il tempo della loro permanenza in Africa: una calamitas durissima, periodicamente feroce; ma non raggiunse lo scopo di annientare gli avversari. Anzi, lentamente, attraverso relegazioni e martirio, prigioni e terrore, la Chiesa ha visto maturare intorno alla fede cattolica quella coesione, che in tempo di pace i fedeli avevano smarrito anche dentro le mura di chiese e monasteri.