Commento dell'editore:
Fra il tardo medioevo e la prima età moderna molte città europee sono state teatro di impegnativi programmi di rinnovamento urbano, mirati alla riqualificazione complessiva dellimmagine cittadina. Varie le modalità dintervento, ma comune laspirazione di fondo: la volontà del sovrano di fare dellabbellimento urbano il cardine materiale e simbolico di un programma di rigenerazione politica complessiva, come se laspetto decoroso dellurbs e il benessere della civitas non fossero che le due facce di una medesima, inestricabile, realtà.
Nel promuovere le loro iniziative le autorità pubbliche si facevano dunque portatrici di valori formali, se non estetici, servendosi del linguaggio architettonico come di un vessillo inalberato in nome delle ragioni del buon governo. Daltro canto queste operazioni richiedevano grossi finanziamenti, e presupponevano la messa a punto di una serie di strumenti e di procedure che esulavano dalla sfera edilizia, e che dovevano tener conto dei contesti politici, sociali e culturali con cui si confrontavano. In tal senso i programmi di rinnovamento non riflettevano solo le aspettative delle autorità, ma finivano per recepire pulsioni sociali più diffuse, che miravano anchesse ad appropriarsi della scena urbana per tradursi nello spazio e dare visibilità ai nuovi rapporti di forza che andavano affermandosi allalba della modernità.
Questo libro è dedicato appunto a questo viluppo di volontà progettuali e pratiche di governo, di strategie politiche e aspirazioni identitarie, mirando a farne uno degli oggetti privilegiati di una nuova storia sociale dellarchitettura e della trasformazione urbana.