Commento dell'editore:
La consapevolezza e l'appartenenza ad un territorio, ad una precisa area geografica fatta di località e persone, si sedimentano anche attraverso quelli che ne sono i tratti caratteristici: il passaggio dell'uomo nella storia lascia tracce che, nel tempo, diventano parte del nostro vissuto, della nostra personale allegorìa quotidiana.
Nel Mantovano, come sappiamo, esistono molte testimonianze di questo tipo; una di queste è, senza dubbio, il castello di Castel d'Ario: fortificazione imponente e antichissima le cui origini storiche rimangono incerte, luogo simbolico non solo per la comunità casteldariese ma un po' per tutto il territorio virgiliano. D'altronde, Castel d'Ario stesso è un luogo del cuore per i Mantovani: qui nacquero le leghe contadine di fine Ottocento e il mito di Tazio Nuvolari, da qui vengono il risotto alla mantovana e la secolare tradizione della Bigolàda. Tutto all'ombra del castello.
Ecco quindi questo nuovo volume della collana Castra, che dopo gli appuntamenti collinari di Monzambano (Castrum de Monte Zambano) e Solferino (Il castello di Orazio Gonzaga) scende in pianura per raccontarci la lunga genesi storica di questo luogo, che si accompagna inevitabilmente alla storia del borgo.
I documenti riportati ci raccontano la tipica storia di un castello di confine, centro di interessi politici ed ecclesiastici, dal Sacro Romano Impero agli Scaligeri, dai Bonacolsi ai Gonzaga: personaggi e famiglie che hanno scritto la storia del Medioevo e del Rinascimento italiano e che qui hanno lasciato tracce importanti del loro passaggio. E poi, il periodo napoleonico, il Risorgimento, il Novecento, fino ai recenti restauri.