Il Complesso tardo-antico ed alto-medievale dei SS. Cosma e Damiano, detto Le Centoporte, Giurdignano (LE). Scavi 1993-1996


PREZZO : EUR 50,00€
CODICE: ISBN 8880868888 EAN 9788880868880
AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
A cura di: ,
EDITORE/PRODUTTORE :
COLLANA/SERIE : , 17
DISPONIBILITA': Disponibile


TITOLO/DENOMINAZIONE:
Il Complesso tardo-antico ed alto-medievale dei SS. Cosma e Damiano, detto Le Centoporte, Giurdignano (LE). Scavi 1993-1996

PREZZO : EUR 50,00€

CODICE :
ISBN 8880868888
EAN 9788880868880

AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
A cura di: ,

EDITORE/PRODUTTORE:


COLLANA/SERIE:
, 17

ANNO:
2010

DISPONIBILITA':
Disponibile

CARATTERISTICHE TECNICHE:
268 pagine
Illustrato
Brossura
cm 21 x 28

DESCRIZIONE:

Commento dell'editore:
Posta nelle campagne del comune di Giurdignano, a circa quattro chilometri da Otranto e dal mare Adriatico, la chiesa basilicale detta Le Centoporte è fra i monumenti antichi meglio preservati del Salento ed anche fra i più 'rinomati', attirando, sin dal secolo scorso, molta attenzione da parte degli studiosi e dei curiosi. Secondo una leggenda, narrata con varie sfumature, la scoperta di un tesoro presso il monumento avrebbe contribuito a finanziare la costruzione della chiesa matrice di Giurdignano, completata e consacrata nel 1763. Nel 1879, Giacomo Arditi affermava che "quivi nel 1770 si scovrì un tesoro di circa 100 mila lire, e furono utilmente spese alla costruzione dell'attuale chiesa matrice". L'attività di escavazione clandestina sembra, pertanto, risalire almeno al XVIII secolo, indubbiamente stimolata dalle leggende e dalla curiosità. Alcuni anziani abitanti raccontano che il luogo fu anche adoperato per l'estrazione di laterizi che venivano poi triturati ed utilizzati come ingrediente per la malta adoperata nella realizzazione degli edifici di Giurdignano. Nel 1889 il monumento fu fotografato da Pietro Barbieri ed inserito nel volume stampato e presentato ad Umberto I, Re d'Italia, durante una sua visita nel Salento. Fu analizzato seriamente, per la prima volta, verso la fine del XIX secolo dall'ing. Giovanni Bodio, che aveva anche effettuato dei saggi di scavo, e poi dagli storici salentini Cosimo De Giorgi e Luigi Maggiulli. Nel 1906 il monumento ha attirato l'attenzione del noto studioso tedesco Arthur Haseloff, ritratto in una fotografia dell'epoca che dimostra come visivamente, prima dell'impianto degli uliveti circostanti, la chiesa dominava un ampio territorio. Insieme alle summenzionate fotografie, Le Centoporte fu descritta ed illustrata con altre immagini di Giuseppe Gigli nel 1912 ed alcune conservate presso il Museo Provinciale di Lecce Sigismondo Castromediano. Nel 1961, Adriano Prandi, allora docente di Architettura presso l'Università di Bari, pubblicò i risultati dell'indagine condotta presso il sito, senza però produrre una relazione di scavo dei saggi compiuti, né una pianta con l'indicazione delle aree di intervento, verosimilmente concentrate all'interno del catino absidale e presso la navata laterale nord. Un taglio attraverso la stratigrafia, individuato durante i recenti scavi, sembra essere una di queste trincee in quanto, nel suo riempimento, sono stati rinvenuti un tappo di birra Peroni in alluminio e tre bicchieri di vetro. Poco dopo l'intervento di Adriano Prandi, una tromba d'aria, a sentire i racconti dei locali, pare abbia investito il monumento, provocando il crollo dell'arco trionfale e di buona parte di quello che ancora restava della facciata. Prandi, come vari studiosi che lo hanno preceduto, concludeva il suo lavoro con l'idea che Le Centoporte ed altre chiese salentine "siano frutto di volontà normanna, e siano state rette per i Benedettini"


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