Commento dell'editore:
L’autore rilegge due dei più conosciuti canti della Divina Commedia con l’obiettivo di restituire al testo i suoi fondamentali diritti. Pur riconoscendosi debitore nei confronti dei commentatori del secondo Novecento non rinuncia ad una critica serrata delle interpretazioni che, talora, hanno stravolto il senso del capolavoro di Dante. Benché l’opera abbia in se stessa sufficienti risorse per autoproteggersi da violenze esegetiche più o meno volontarie, più o meno gravi, con il presente volume l’autore si propone di fornire al lettore utili, forse necessari, strumenti per imparare ad ascoltare la voce ancora fresca e genuina della poesia di Dante e scoprirne il suo più profondo messaggio.