Commento dell'editore:
Un vasto e articolato affresco dei mestieri, delle tecniche di produzione medievali, dal contadino al guerriero, dal vignaiolo al notaio, per farci quasi «toccare con mano» le strutture della società medievale e la progressiva valorizzazione del lavoro e delle persone che a esso si dedicavano.
Oggi il lavoro è un diritto fondamentale e l'inattività - nel caso non sia scelta liberamente - è considerata in qualche modo un'offesa alla piena realizzazione della persona. Nel Medioevo l'otium era invece sinonimo di ricchezza o simbolo di fede autentica, mentre l'attività commerciale, il negotium, era vista come «empia e volgare». Questa interpretazione discendeva sia dal credo cristiano, secondo il quale il lavoro era una maledizione inflitta da Dio alla coppia primigenia dopo la Caduta, sia dall'enorme diffusione dello stato servile. Col tempo, però, proprio agli occhi dei cristiani desiderosi di purificazione, il lavoro apparve sempre piú come una via per avvicinarsi a Dio, un modo per espiare i propri peccati, punire il proprio corpo - fonte di tentazioni - e mortificare il proprio orgoglio. Ecco cosí che, intorno all'anno Mille, il lavoro divenne una naturale forma di obbedienza della creatura al Creatore. In questo saggio Robert Fossier ci presenta un vasto e articolato affresco dei mestieri, delle tecniche di produzione e dei lavoratori medievali, dal contadino al guerriero, dal vignaiolo al notaio, per farci quasi «toccare con mano» le strutture della società medievale e la progressiva valorizzazione del lavoro e delle persone che a esso si dedicavano.

Indice:
Prefazione
Parte prima: Il lavoro
I. Il concetto di lavoro
II. Le tipologie del lavoro
III. Gli strumenti di lavoro
Parte seconda: I lavoratori
I. Tutti gli uomini
II. L'uomo dei boschi e l'uomo dei campi
III. L'uomo delle miniere e l'uomo dell'acqua
IV. L'uomo della produzione e l'uomo della vendita
V. L'uomo di spada e l'uomo di penna
Conclusione
Bibliografia.