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Commento dell'editore e seconda di copertina:
"E il cosmo delle terre e dei cieli brucerà in quell'incendio come cera nel fuoco e Az e Awarzúg, Ahrimen e i demoni mille e quattrocento anni si tormenteranno, si contorceranno e soffriranno. E la forza e l'energia di quella luce e bellezza degli dèi che è nel cosmo dei cieli e delle terre e che Az e i demoni hanno colpito ed estenuato, con quel fuoco ne uscirà, diverrà pura, ascenderà al Sole e alla Luna e diverrà dio nella forma di Ohrmezdbay". Così scrive Mani nello Sabuhragan, il trattato che compone per spiegare la propria dottrina e che è una delle pochissime opere che di lui ci sono rimaste. La fine dell'universo che vi disegna è degna di un grande pittore barocco. Nella cosmogonia e nella mitologia manichee Materia e Luce lottano sempre, coinvolgendo il mondo e l'uomo in un turbinio di aria, vento, fuoco, fumo, melma; di firmamenti e terre; di arconti e personificazioni; di grida e bagliori. L'eterna lotta fra bene e male è il ritmo stesso dell'universo. Vi sono tre tempi e tre creazioni. Il Padre della Grandezza e il Re delle Tenebre, la Madre della Vita e l'Uomo Primordiale, l'Amico delle Luci e il Grande Architetto, lo Spirito e le Vergini.
Mani si ritiene, dopo Budda, Zoroastro e Gesù, l'ultimo inviato del Dio della Verità. Ma si proclama anche "apostolo di Gesù Cristo", e richiama come anticipazioni profetiche della sua le rivelazioni di Adamo, Seth e Sem, e il rapimento di Paolo al terzo Cielo. Così il Manicheismo appare come nuova, originale sintesi gnostica di motivi provenienti dalle fedi e dalle mitologie che lo precedono. Forse per questo la religione di Mani, considerata pericolosissima eresia da tutte le altre e perseguitata dal potere politico nella stessa Persia in cui nasce, possiede un fascino e un'attrazione particolari, e si diffonde con una rapidità e una forza straordinarie in occidente e in oriente. Ne è adepto, a lungo, sant'Agostino, ma i suoi seguaci sciamano ben presto in tutta l'Asia Centrale e si spingono fino in Cina. La Fondazione Valla, che prosegue con questo terzo volume la pubblicazione della più vasta raccolta al mondo di testi relativi al Manicheismo, presenta qui, infatti, documenti medio-iranici (persiani, partici, sogdiani), antico-turchi e cinesi: accanto al Libro dei Giganti, il Sermone della Luce-Nous e l'affascinante Rotolo di Pechino.
Indice:
pag. IX Premessa
XIII Nota bibliografica
XV Abbreviazioni bibliografiche
TESTI E TRADUZIONI
Parte Prima. Testi medio-iranici I
5 Introduzione
13 Testi cosmogonici assimilabili allo Šābuhragān
31 Lo Šābuhragān
43 Altri testi cosmogonici
Parte Seconda. Testi medio-iranici II
71 Introduzione
81 Il Libro dei Giganti di Mani
Parte Terza. Testi medio-iranici III
111 Parabole
159 Testi dottrínali
Parte Quarta. Testi antico-turchi e altri testi
229 Introduzione
231 Salvezza per mezzo della gnosi
235 Rivelazione e profetologia
261 Testi dottrinali paralleli al sermone della Luce-Nous
287 Appendice
Parte quinta. Testi cinesi
295 Introduzione
317 Il rotolo manicheo di Pechino
337 Appendice: La dottrina manichea nel Compendio di Dunhuang
COMMENTO
349 Testi medio-iranici I
367 Testi medio-iranici II
374 Testi medio-iranici III
479 Testi antico-turchi e altri testi
498 Testi cinesi