Commento dell'editore e quarta di copertina:
In questo documentatissimo studio l'autore si propone essenzialmente di restituire la simbolica, arcana immagine del Graal. Sulla base della vasta letteratura sull'argomento, Nuccio D'Anna risale dapprima alle radici del "mito" del Graal, vale a dire alla civiltà antico-celtica dell'isola di Avalon.
Nel successivo excursus lungo l'età medievale, emerge l'alto rilievo della spiritualità cistercense e cluniacense nella società del tempo; spiccano le figure di due sovrani illuminati, Enrico II e la sua sposa Eleonora d'Aquitania; appaiono tre enigmatici autori - Chretien de Troyes, Robert de Boron e Wolfram von Eschenbach - i quali, cantando le gesta di re Artù, del mago Merlino e dei cavalieri della Tavola Rotonda, introdussero la leggenda del Graal, il "sacro calice" che, secondo la tradizione, Cristo usò nell'Ultima Cena o, stando a un'altra versione, il vaso in cui Giuseppe d'Arimatea raccolse il sangue di Cristo. Nell'esplorazione della "leggenda", l'autore ne coglie altri elementi simbolici quali il "Re Pescatore" e il favoloso regno del "prete Gianni", oltre a sorprendenti accostamenti, come la misteriosa città di Sarraz, sede del Graal ed evidente legame con la tradizione islamica ma anche, e soprattutto, l'immensa struttura, che fa risaltare il Santo Graal quale punto centrale della Storia della Salvezza.

Indice:
pag. 9 Prefazione
13 Capitolo primo
L'eredità arcaica e il monachesimo celtico
37 Capitolo secondo
Merlino e Arthur
55 Capitolo terzo
Le Chansons de geste e il ciclo arthuriano
77 Capitolo quarto
Chrétien de Troyes e i miti celtici
103 Capitolo quinto
Il corteo e la liturgia del Graal
119 Capitolo sesto
Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo
139 Capitolo settimo
La Coppa e la Lancia
159 Capitolo ottavo
La Tavola Rotonda
169 Capitolo nono
La Sede del Graal
177 Capitolo decimo
Il Re Pescatore
187 Capitolo undicesimo
Il regno del "prete Gianni"
209 Capitolo dodicesimo
Wolfram von Eschenbach e i Custodi del Graal