Seconda di copertina:
Quando Artù lo aveva inviato in Bretagna, qualche mese prima, Lancillotto pensava che il suo destino fosse già stato scritto: era un Cavaliere della Tavola Rotonda e il suo compito sarebbe sempre stato quello di combattere al fianco del suo re. Questa volta la missione è molto più delicata: creare un esercito di cavalieri che unisca il potere di tutti i sovrani di quelle terre lacerate da anni di lotte e che combatta in nome dei valori di Camelot.
Convincere i barbari a unirsi a lui con la forza però avrebbe portato solo alla perdita di vite umane, così Lancillotto decide di indire un torneo in cui possano gareggiare unicamente i migliori guerrieri di Bretagna. Attraverso i giochi, la superiorità dei combattenti che ha addestrato sarà dimostrata senza spargimento di sangue.
Ma il pericolo più grande per i suoi sogni di pace è un esercito di guerrieri provenienti dall'Est che pare inarrestabile: gli Unni, guidati da Attila, stanno radendo al suolo tutto quello che trovano sul loro cammino e hanno preso d'assedio la regione di Benwick. È Lancillotto, in testa al suo esercito di cavalieri, a difendere ancora una volta il regno che lo ha visto crescere e a scacciare gli invasori.
Dopo la schiacciante vittoria, Lancillotto comprenderà che la sua vita ormai è segnata: dovrà rimanere in Bretagna, per sempre lontano da Artù Pendragon. Quando però il re rischierà la vita, Lancillotto sarà pronto a dimostrare la sua totale dedizione a Camelot proteggendo la regina Ginevra e l'arma forgiata dalle stelle, Excalibur.
Quarta di copertina:
Battaglie e passioni, amori e tradimenti: la vita di Lancillotto, il più celebre di tutti i tempi.
Così quella che ho con me non è più Excalibur, la magica spada nata da una stella caduta dal cielo e forgiata per un grande re, ma solo una magnifica arma, degna di un campione.