Quarta di copertina:
L'incessante lavoro di diffusione culturale espletato da Brunetto Latini in Firenze nella seconda metà del secolo XIII risultò decisivo all'emancipazione di un'intera "società" di dotti: già fiduciosi nella revisione del più immobile dottrinarismo teologico operata dal pensiero aristotelico, alcuni di questi intellettuali ebbero a disposizione, per mano di un Brunetto abbeverato al fonte delle disputazioni francesi, i materiali aggiornati e adatti ad elaborare una visione addirittura razionale dell'ordine cosmico. L'enciclopedico "Tesoretto" si colloca in tale prospettiva secondo la lettura che Marcello Ciccuto propone nell'introduzione. Dante stesso, che del Latini fu giovane discepolo ("Se fosse tutto pieno il mio dimando" / rispuosi lui, "voi non sareste ancora / dell'umana natura posto in bando; / ché 'n la mente m'è fitta, e or m'accora, / la cara e buona imagine paterna / di voi quando nel mondo ad ora ad ora / m'insegnavate come l'uom s'etterna.", Inf., canto XV, vv. 79-85), mostrerà poi di aver ricevuto e fatto fruttare il meglio dell'insegnamento brunettiano, e cioè l'autonomia della coscienza scientifica, prima del grande volo della "Commedia" e della diversa pena inflitta al maestro nel XV dell'"Inferno" sotto tutela di più alti valori della conoscenza.

Sommario:
pag. 5 Introduzione
21 Cenni biografici
26 Giudizi critici
40 Premessa al testo
55 IL TESORETTO
141 Commento.