Kitâb al-Diryâq (Thériaque de Paris)

Commentaire en français, anglais, arabe/Commentary in French, English, Arabic

PREZZO : Richiedi quotazione
CODICE: Commentaire/Commentary: ISBN 8895642279 EAN 9788895642277
AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
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EDITORE/PRODUTTORE :
COLLANA/SERIE : -
DISPONIBILITA': Disponibile


TITOLO/DENOMINAZIONE:
Kitâb al-Diryâq (Thériaque de Paris)
Commentaire en français, anglais, arabe/Commentary in French, English, Arabic
PREZZO : Richiedi quotazione

CODICE :
Commentaire/Commentary:
ISBN 8895642279
EAN 9788895642277

AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
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EDITORE/PRODUTTORE:


COLLANA/SERIE:



ANNO:
2009

DISPONIBILITA':
Disponibile

CARATTERISTICHE TECNICHE:
Relié en peau de chèvre avec timbrage d'or; coffret couvert de soie rouge avec une reproduction estampée prise du manuscript/Bound in goatskin with gold stamping; slipcase covered with red silk with embossed reproduction from the MS.
Coffret/Slipcase:
cm 29,5 x 39 x 6,5
Codex:
36 pages
cm 28,5 x 37
Langue/Language: Arabe/Arabic
Commentaire/Commentary:
72 pages
156 illustrations
Relié/Hardback
cm. 28,5 x 37
Langues/Languages: Français, Anglais, Arabe/French, English, Arabic

NOTE:
Édition tirée à 999 exemplaires numérotés
Deluxe limited edition of 999 copies

DESCRIZIONE:

Description de l'éditeur/Publisher's description:
Questo affascinante codice arabo, che presentiamo in facsimile, descrive la teriaca, l'antico composto medicinale che, inizialmente usato come cura specifica per i morsi dei serpenti velenosi e degli animali feroci (= thèrion), ha avuto in seguito largo impiego come panacea.
Le straordinarie illustrazioni miniate e dorate trasformano ognuna delle 72 pagine in una preziosa opera d'arte che ripropone il fascino del mondo orientale. Il manoscritto, opera di Muhammad ibn Abi al-Fath, datato 1198, è un documento di sicuro interesse per gli appassionati di storia della medicina e di botanica: vi sono raffigurate in particolare le piante medicinali usate nel mondo arabo, secondo le ricette dei medici più importanti della tradizione greca, come Galeno e Andromaco.
Il numero degli ingredienti del medicamento è aumentato progressivamente, di secolo in secolo, fino a superare le cento unità. La teriaca aveva avuto origine nell'antichità greco-romana e la sua popolarità si era rafforzata nel mondo islamico favorendo una vasta letteratura sull'argomento. Il nostro codice è l'esempio più antico e più ricco di questi trattati, destinato probabilmente ad un mecenate molto speciale che desiderava conoscere i medicamenti ma anche contemplare fantastiche illustrazioni colorate. Conservato a Parigi, presso la Biblioteca Nazionale di Francia (segnatura Ms. arabo 2964), viene chiamato Kitâb al-Diryâq di Parigi, per distinguerlo dagli altri esemplari conservati a Beirut, Il Cairo, San Pietroburgo e Vienna, simili ma compilati posteriormente.
I progressi della teriaca in Europa sono avvenuti anche grazie all'influenza esercitata dalle traduzioni dei trattati arabi in latino e allo sviluppo del commercio nel Mediterraneo; ingredienti rari e sconosciuti come alcune "spezie" aromatizzanti e droghe di uso medicinale sono entrati a pieno titolo nella composizione del preparato nei centri medici di Venezia, Parigi, Montpellier. Ma il Kitâb al-Diryâq non è soltanto un trattato medico: è anche un'avvincente serie di racconti e aneddoti che riguardano nove medici greci dell'antichità che avevano contribuito allo sviluppo del medicamento.
L'opera a noi pervenuta, in lingua araba antica con appunti in persiano, consta di 36 carte (72 pagine), arricchite da magnifiche miniature con motivi tradizionali arabeggianti, che solo in pochi casi hanno perso i dettagli e la vivacità dei colori. Le pagine di introduzione (1, 2, 3, 4, 5), decorate e disegnate, sono riservate all'indice generale e precedono due stupefacenti pagine di frontespizio (6, 7) dedicate alla luna e ai suoi miti di astrologia e magia. Le pagine calligrafiche a seguire (dalla 8 alla 49) sono delle singole opere d'arte, dove anche la scrittura cufica diventa un motivo di decorazione.
Dopo aver ripetuto più volte il titolo dell'opera, si passa ai ritratti dei nove eruditi medici (Andromaco il Vecchio, Eraclide, Filagrio, Proco, Pitagora, Marino, Magno d'Emèse, Andromaco il giovane, Galeno) con le relative ricette per comporre la teriaca e alla narrazione di quattro aneddoti (riguardanti Andromaco il Vecchio, Eraclide, Filagrio e Proco). La lunga presentazione delle categorie dei serpenti velenosi e della "carne di vipera" è legata alla figura di Andromaco il Giovane. Seguono dodici pagine (dalla 50 alla 61) con l'illustrazione delle piante utilizzate nella preparazione della teriaca: fra queste la rucola, la liquirizia, il cardamomo, l'oppio, il pepe bianco, l'incenso, il cappero, l'acacia, la valeriana, il pepe nero, l'aglio, il porro selvatico.
Le pagine finali (dalla 62 alla 73) contengono un gruppo di undici ricette medicamentose, a base di carne cotta non bene identificata.
Il commento al codice, tradotto in sei lingue, è opera di cinque esperti arabisti che con i loro contributi ci permettono di comprenderne il contenuto. Jaclynne Kerner, storica dell'Arte Orientale della California State University Long Beach, presenta Una ricostruzione descrittiva e una catalogazione del Kitâb al-Diryâq di Parigi, descrivendo, per ogni pagina, l'argomento che vi è trattato. Marie Geneviève Guesdon, bibliologa della Biblioteca Nazionale di Francia, traccia una precisa Storia del manoscritto e presentazione codicologica. Oleg Grabar, professore di Arte Islamica presso le Università di Princeton e Harvard, nel Saggio d'interpretazione, inquadra l'opera nel suo contesto storico e letterario e compie un'analisi artistica delle decorazioni e delle illustrazioni.
Françoise Micheau, docente di Storia Medioevale dei Paesi dell'Islam alla Paris-Sorbonne, con il contributo La portata medica del Libro della teriaca, espone l'utilizzo del medicamento nel mondo greco-romano e in quello arabo, collegandolo al mondo occidentale. Anne Caiozzo, arabista dell'Università Paris-Diderot, dedica la monografia I tre stati della luna all'analisi dello splendido frontespizio, descrivendo con passione i miti e le interpretazioni magiche e astrologiche legate a quel corpo celeste, nel mondo arabo.


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