Commento dell'editore:
1490, gennaio. Codice Atlantico, foglio 571b-r (214 r.b.) Leonardo scrive delle norme per la scelta e la disposizione di una sala per una festa, in modo che la folla riunitavi possa fare le sue evoluzioni senza creare confusione. Leonardo organizzò, nel 1490, la scenografia per un portentoso spettacolo, commissionatogli da Ludovico il Moro, chiamato Festa del Paradiso, in occasione delle nozze tra Gian Galeazzo Maria Sforza e Isabella d’Aragona.
L’ideazione prevedeva fanciulli travestiti da angeli e da pianeti mitologici posti entro nicchie che ruotavano attorno delle stelle sfavillavano numerose candele che, riflesse da una superficie curvilinea dorata, creavano un bagliore accecante. Le qualità che il Giovio attribuisce a Leonardo («era raro e maestro inventore d’ogni eleganza e singolarmente dei dilettevoli teatrali spettacoli») perfettamente rifulgevano nella Festa del Paradiso, abilmente concepita da Ludovico il Moro per dare agli sposi l’illusione di godere di una piena sovranità.
Della Festa del Paradiso sono giunte a noi solo una cronaca, il libretto con la descrizione dei movimenti e i discorsi degli attori e una descrizione del Segretario del Moro.