Quarta di copertina:
Con "La presenza della voce", Zumthor aveva offerto un'introduzione critica allo studio della poesia orale mostrando la continuità di un'arte praticata universalmente: in questo volume l'indagine viene centrata sulla letteratura medievale. E la sua lucida competenza perviene a conclusioni dalle quali d'ora innanzi nessun medievista potrà prescindere, poiché ne risultano mutate le dimensioni stesse di ció che si considera "letteratura", la sua funzione e i modi della sua percezione. Dopo aver distinto tre livelli di oralità cui corrispondono tre situazioni di cultura - quello primario delle società prive di un sistema di simbolizzazione grafica, quello misto in cui l'influenza della scrittura resta esteriore e tardiva, e quello secondario in cui la vocalità viene espropriata a favore della letteratura scritta - Zumthor analizza poesie liriche e canzoni di gesta risalenti a un'epoca in cui s'impone appunto una situazione di oralità mista o secondaria: anche quando i lettori possiedono un testo scritto, esso riceve autorità da una voce che ne dà pubblica lettura e che si colloca al centro spettacolare di una "performance". Per quale ragione, si chiede ad esempio l'autore, sino al Quattrocento non é esistito un genere teatrale strettamente inteso? Proprio perché ogni testo era recepito oralmente e l'atto di ascolto s'inscriveva anticipatamente nell'opera lasciandovi un segno, il segno di un uso sociale e insieme di un progetto interpretativo. Per Zumthor la vocalità è dunque una dimensione stessa dell'opera medievale, poiché quest'ultima risulta concretizzata solo dalle circostanze della sua trasmissione e dalla presenza simultanea, in tempi e luoghi dati, dei partecipanti a questa azione.
Indice:
pag. 7 Premessa all'edizione italiana
13 Prefazione
21 I. Introduzione: prospettive
Parte prima: Il contesto
47 II. Lo spazio orale
73 III. Gli interpreti
101 IV. La parola fondatrice
129 V. La scrittura
157 VI. Unità e diversità
Parte seconda: L'opera
187 VII. Memoria e comunità
215 VIII. Dizione e armonie
245 IX. Il testo vocalizzato
271 X. L'ambiguità retorica
295 XI. La "performance"
325 XII. L'opera nella sua pienezza
Conclusione
359 XIII. E la "letteratura"?
391 Riferimenti bibliografici.