Commento dell'editore:
Uno dei più grandi storici dell’arte del Novecento rilegge in modo inedito ed originale la straordinaria stagione della pittura veneziana dai Bellini a Mantegna. Al dono del grande conoscitore Pacht unisce la sensibilità dell’interprete moderno. Grande esperto dell’arte fiamminga, Pacht si sofferma volentieri a chiarire l’affascinante gioco delle somiglianze e delle differenze: il broccato di Jacopo Bellini rispetto a quello di Van Eyck, l’intimità domestica delle Annunciazioni fiamminghe e la spettacolarità di quelle di Jacopo Bellini cosi diverse anche dallo schema fiorentino.
Lo scopo del libro è quello di mostrare, sul nascere, quelle che saranno le costanti della pittura veneziana, ossia di una delle più grandi e longeve scuole della pittura europea. I pittori veneziani seppero trarre dalla lunga storia di Venezia e Bisanzio, dagli ori e dai rilievi-icone bizantini presenti nelle chiese della loro città quanto avrebbe avuto valore per l’età nuova.