Commento dell'editore e seconda di copertina:
Firenze 1492: in una fredda notte di febbraio, Giovanni Pico della Mirandola incontra segretamente due conoscenti, eruditi esperti di mistica ebraica, nella biblioteca del capitolo di S. Lorenzo. L'oggetto della loro discussione è una profezia che riguarda il Messia qabbalistico tanto atteso dal popolo ebraico: un riformatore cosmico che avrà il potere di rovesciare, attraverso l'antica dottrina della Qabbalah, un ordine naturale nel quale sembra prevalere il male, nella figura di Satana.
Tuttavia, Paride da Ceresara, un umanista mantovano vissuto nel XV secolo e dedito alle arti occulte, persona molto vicina al Maligno, venuto a conoscenza del vaticinio mirandoliano, decide di operare affinchè la futura teofania venga ad essere inficiata. A tal fine, per tramite di un espediente, si serve pure dell'ignaro pittore di corte Gonzaga, Messere Andrea Mantegna, al quale fa inserire nei dpinti Parnaso e il Trionfo delle Virtù, che sarebbero andati ad abbellire lo studiolo di Isabella d'Este, delle criptate allegorie nelle quali si cela il mistero dell'avvento messianico.
Mantova 2007: soltanto Marko, protagonista del racconto e professore di filosofia presso il Liceo Virgilio, aiutato da un'amica ebrea di nome Sofia, può far luce su una misteriosa profezia che, attraverso figure come Andrea Mantegna e Paride da Ceresara si proietta sino ai giorni nostri, mostrando di volersi finalmente compiere...
Quello di Bellini è un romanzo assolutamente originale, che non solo ci pone davanti ad una storia intrigante, ma ci permette di respirare la storia dell'Umanesimo e del Rinascimento permeati di cultura ebraica: alle orecchie del lettore arriva il rumore delle carrozze e dei cavalli, sul ciottolato della città vecchia.
Quarta di copertina:
"… C'era qualcosa nella profondità di quelle pupille… Forse un fuoco, un fuoco privo di luce: una sfavillante vampa di tenebre che, silenziosa, colmava il fondo di quelle sinistre iridi…"