Catalogo della mostra (Roma, Musei Capitolini, 24 giugno – 16 ottobre 2005)
Commento dell'editore:
Con la collaborazione di Arnold Nesselrath
Nell’ambito delle celebrazioni per il sesto centenario della nascita di Leon Battista Alberti, una panoramica sulla conoscenza dell’antico illustrata attraverso preziosi disegni e manoscritti del XV secolo raffrontati con reperti archeologici, testimonianza della monumentale Antica Roma e fonte di ispirazione anche per gli artisti contemporanei all’Alberti. Alla metà del Quattrocento, Roma è una città alla ricerca di una nuova forma e funzionalità e i suoi stessi monumenti sembrano isolati e lontani, immersi in un tessuto rado e con spazi naturali estesi, dove l’azione del tempo ha reso sempre meno riconoscibili le rovine delle architetture antiche, emergenti per frammenti e oggetto di trasformazioni, riuso e saccheggio. Le rappresentazioni della Roma del tempo ritraggono la puntiforme emergenza delle principali architetture nella città non ancora trasformata dai papi.
Leon Battista Alberti giunge per la prima volta a Roma nel 1432 per entrare nella curia di papa Eugenio IV come abbreviatore apostolico. Per i successivi quarant’anni sarà un osservatore attento di rovine architettoniche, opere d’arte, iscrizioni e monete dell’antichità, in gara con gli altri umanisti e artisti presenti in città. Ancora nel 1471, un anno prima della morte, guiderà Lorenzo il Magnifico, Bernardo Rucellai e gli altri fiorentini giunti ad omaggiare il nuovo papa Sisto IV, a visitare gli antichi monumenti di Roma con una competenza ormai indiscussa. La conoscenza diretta dei monumenti, oltre che dei testi antichi, gli aveva permesso di scrivere un trattato di architettura, il De re aedificatoria, capace di gareggiare con Vitruvio e di delineare le forme di una nuova architettura per il suo tempo. Il trattato fu presentato a papa Nicolò V nel 1452, ma già prima di quella data Alberti aveva dato prova del suo modo scientifico e innovativo di avvicinarsi a quei temi, eseguendo un rilievo geometrico della città del tutto inedito per i suoi tempi.
Attraverso oltre 120 opere tra elementi architettonici antichi, rari disegni del Quattrocento dedicati alla rappresentazione di parti o dell’insieme delle architetture antiche allora visibili, oggetti, manoscritti, opere di scultura e pittura, il volume illustra lo stato delle architetture antiche di Roma e della loro conoscenza al tempo di Alberti. In particolare le architetture alle quali egli si ispirò per il suo trattato e i suoi progetti (Mausoleo di Adriano, Pantheon, Colosseo, architetture del Foro Romano, di Augusto, Transitorio, di Traiano, archi trionfali, terme). Completano il volume oggetti antichi (monete, bronzi dalle navi di Nemi, gemme), manoscritti dei più importanti umanisti attivi a Roma e conosciuti da Alberti, e alcune significative opere di scultura e pittura particolarmente legate alla ricerca di Alberti e alla sua visione dell’arte e della cultura degli antichi. Concludono il volume alcuni disegni riferiti ai principali interventi sui monumenti antichi e cristiani da parte dei papi e in particolare per il nuovo San Pietro e Borgo da parte di Nicolò V, il papa che inaugurò una nuova visione della Roma cristiana sulle basi dell’antico nel Quattrocento.
Il volume comprende i saggi di Francesco Paolo Fiore, Howard Burns, Arnold Nesselrath, Paolo Fancelli, Alessandro Viscogliosi, Arnold Esch, Massimo Miglio, Christoph L. Frommel, Arnaldo Bruschi, Pier Nicola Pagliara, Arturo Calzona e Massimo Bulgarelli; seguono le sezioni dedicate alla città (con testi di Flavia Cantatore, Francesco Paolo Di Teodoro), alle architetture antiche (Piero Spagnesi, Arnold Nesselrath, Christiane Denker Nesselrath, Michela Tata, Paola Zampa, Alessandro Viscogliosi, Anita Lalle, Beatrice Pinna Caboni, Lucrezia Ungaro, Giorgio Ortolani, Renata Samperi, Riccardo Santangeli Valenzani, Max Schich), agli Umanisti e artisti (Francesco Paolo Fiore, Enrico Parlato, Concetta Bianca, Anna Cavallaro, Mara Minasi), ai restauri e alle nuove architetture.