Commento dell'editore e note di copertina:
«Su, in alto nel cielo si vedevano segni spaventosi: lance di fuoco, schiere di uomini in armi, rosseggianti, verso il nord. Ed ecco che il popolo crudele dei Longobardi, come una spada sguainata, calò sulle nostre teste, La gente fu come falciata. Borghi distrutti, chiese date alle fiamme, monasteri saccheggiati, città private dei loro abitanti, campagne spopolate, villaggi abbandonati trasformati in ricettacoli di bestie selvagge: ecco l'opera dei Longobardi»
Gregorio Magno
Queste pagine rievocano il sesto secolo, vale a dire il momento buio e drammatico che segna la definitiva dissoluzione della civiltà romana e l'avvio del Medioevo. Ci raccontano di un'Europa corsa dai barbari, di città abbandonate, del territorio che torna selvatico, di una popolazione in balia delle malattie e delle calamità, atterrita dai lupi oltre che dai mostri e demoni della sua stessa fantasia. Ma nel sapiente incastro di notizie, aneddoti, leggende che l'autore sa cavare dalle pieghe delle fonti antiche, poco a poco cominciano a intravedersi nuove figure, come gli eremiti, che nel silenzio e nella solitudine dei monasteri lavorano a porre le basi di una nuova epoca.
Indice:
pag. 7 Introduzione
11 I. Dove i lupi diventano ciechi
19 II. Il paesaggio del dolore
31 III. Il dominio della notte
41 IV. La fine del mondo
51 V. Nel segno della speranza
61 VI. Rimpianto del passato e paura del presente
73 VII. Uomini e lupi
81 VIII. Monaci contadini
97 Bibliografia