Commento dell'editore:
Le liriche di uno dei più noti poeti persiani del medio evo. Conosciute dapprima come un'opera classica del sufismo, contengono alcuni dei brani più belli della poesia mistica di tutti i tempi.

Quarta di copertina:
Grande poeta mistico persiano, padre della setta sufi dei dervisci danzanti, Jelàluddin Rúmi ha espresso in versi di sublime bellezza l'anelito dell'anima per il divino. Amante della musica e della danza, a cui abbandonava girando vorticosamente su se stesso nei momenti di estasi spirituale, vedeva nella poesia uno strumento per rendere accetto agli uomini il gusto della ricerca spirituale. I suoi versi parlano, oggi come settecento anni fa, a tutti i pellegrini in cammino verso la Verità Eterna.

Indice:
pag. 7 Introduzione
L'AMORE È UNO STRANIERO
23 Il rubino
26 La radice della radice di te stesso
29 L'amore è uno straniero
32 Una regola nuova
34 L'intellettuale
35 Non ho detto?
37 Sul letto di morte
39 Una casa per chi è nudo
40 Come la luce del sole sulla terra
41 La guerra interiore
42 Riscattami dalle mie parole
43 Ciò che può dire un uomo
44 Questo matrimonio
45 Abiti lasciati sulla riva
47 L'attrazione dell'amore
49 Togli la polvere dal mare
52 Egli è con noi
54 Tu e io
56 Fruga l'oscurità
57 Il nono mese
59 Questo inutile cuore
61 Espansione e contrazione
66 La locanda
LE ROVINE DEL CUORE
71 Le rovine del cuore
73 La canzone della canna
77 L'amore è sconsiderato
79 Quando un uomo e una donna diventano uno
82 Io non sono...
85 Quando i nomi non esistevano
87 Fare un passo senza i piedi
89 L'uomo di Dio
91 Un mondo senza confini
95 Perditi nella chiamata
97 La casa dell'amore
100 Elegia per Sana'i
102 L'abito interiore dell'amore
106 Il corpo è una rosa
108 Vuota il bicchiere del desiderio
111 Conoscere la luna e il mare
113 La notte della partenza
117 Il colore della purezza
119 Parole di Ali nel rifiutare di uccidere un avversario che gli aveva sputato in faccia
122 La tomba è un velo
124 Ciò che non ha prove
127 Appendice
132 Fonti