Commento dell'editore:
Il territorio aquilano è il più ricco dell'Abruzzo per numero di testimonianze pittoriche e per le loro specificità e qualità stilistiche, ma a fronte della conoscenza dei grandi cicli del Duecento, quelli di Bominaco e di Fossa, la produzione dei secoli successivi è stata penalizzata dalla casualità dei ritrovamenti, determinata dai sismi che hanno accompagnato la storia di quest'area, dalle dispersioni, dalle manomissioni e dalla mancanza di una ricognizione sistematica. L'indagine storico-artistica conferma, attraverso gli straordinari complessi pittorici e architettonici della città dell'Aquila e dei suoi castelli, ma anche della Marsica e di Sulmona, quanto queste realtà fossero aperte a stimoli e ai rapporti con altri contesti, da un lato il Sud angioino e la capitale del Regno, dall'altro le città del Nord, Firenze, Milano ma anche Venezia. Il terremo dell'aprile 2009 che ha provocato danni rilevantissimi anche ai monumenti e alle opere d'arte rende ora questo libro particolarmente importante, in quanto documenta, in molti casi, lo stato del patrimonio artistico prima dell'evento sismico.
Sommario:
L'Aquila, Sulmona e la Marsica nel Trecento
I rapporti con la capitale del Regno, le rotte commerciali e i poteri comitali
Tra Assisi, Roma e Napoli
L'Aquila à la page. I cicli di San Domenico e di San Pietro di Coppito
Quattrocento internazionale
Le presenze straniere e gli affreschi del transetto di Santa Scolastica a Subiaco
Il Maestro di San Silvestro a L'Aquila e Il Maestro Caldora a Sulmona
Cantieri compositi tra L'Aquila, Subiaco e la Marsica. Maestri itineranti e Giovanni da Sulmona
Persistenze tardogotiche e resistenze autoctone