Commento dell'editore:
“Una corretta lettura dell’arte romanica in Piemonte dovrebbe considerare, innanzitutto, la collocazione singolare della regione. La grande fioritura di monumenti romanici è retaggio comune a tutta l’Europa, vuoi per merito di autorità ecclesiastiche e civili vuoi per spontanea devozione e aggregazione delle popolazioni. La posizione geografica del Piemonte e la sua particolare conformazione geologica hanno sicuramente influito, in quei secoli X–XIII, sull’esito di una espressione artistica che la regione, forse unica in Italia, ha espresso. La molteplicità delle varianti architettoniche ritengo, infatti, sia da attribuirsi proprio alla diversità del territorio composto di monti, colline e pianure e, di conseguenza , con ben distinte conformazioni geomorfiche. A questa osservazione va aggiunta quella della posizione di confine della regione con la Francia, la Svizzera e la Germania e quindi sollecita alle influenze più eterogenee per l’inevitabile transito di quelle nazioni verso il sud. Le espressioni artistiche piemontesi risentono, pertanto, di entrambe queste considerazioni...” dalla Prefazione di Carlo Caramellino.