Commento dell'editore:
Il dramma dell'eremita Pietro Angelerio del Morrone, eletto pontefice nel 1294, con il nome di Celestino V, poi dimessosi perché convinto dell'impossibilità di conciliare lo spirito del Vangelo con i doveri del trono.

Quarta di copertina:
"Non esito ad attribuire ai ribelli il merito di una più vicina fedeltà a Cristo."
Con L'avventura d'un povero cristiano Ignazio Silone giunge al vertice del suo percorso umano, civile e letterario, dando al suo messaggio la forma narrativa scarna, ai limiti del teatro, di straordinaria potenza ed efficacia. Il "povero cristiano" è Pietro Angelerio da Morrone, umile frate eremita salito al soglio pontificio nel 1294 con il nome di Celestino V, che scelse di rinunciare all'incarico perché convinto dell'impossibilità di conciliare lo spirito evangelico con i doveri del trono: il papa del "gran rifiuto" dantesco, che per il suo conterraneo Silone assurge a simbolo di chi antepone la purezza della coscienza alle lusinghe del potere. In queste pagine Silone ci consegna il suo testamento spirituale, l'ultimo atto di quel dramma dell'uomo che sceglie la libertà. Dramma che ha percorso le sue opere maggiori e che tanti agganci trova con la realtà culturale, sociale e politica dei suoi (e dei nostri) anni.

Indice:
pag. V Introduzione, di Claudio Marabini
XIII Bibliografia
QUEL CHE RIMANE
5 Inizio di una ricerca
13 Sulle tracce di Celestino
20 L'eredità cristiana
29 Quel che rimane
L'AVVENTURA D'UN POVERO CRISTIANO
37 I. Sulmona, maggio 1294
86 II. Eremo di Sant'Onofrio, luglio 1294
97 III. Napoli, ottobre 1294
155 IV. Sulmona, gennaio 1295
182 V. Vieste (Gargano), maggio 1295
198 VI. Anagni, palazzo Caetani
Note
211 Gioacchino da Fiore
214 Il conclave di Perugia
215 Fra Pietro Angelerio
219 Pietro da Fossombrone
222 Jacopone da Todi
224 Bonifazio VIII
226 Dante e Celestino
228 Petrarca e Celestino