Riassunto: La prima parte di questo studio ha per oggetto le formae coloniarum, le piante che ogni colonia romana possedeva del proprio territorio. La ricerca si basa sulle rarissime testimonianze archeologiche e soprattutto sui numerosi testi letterari, che sono stati raccolti e catalogati. L'esame di essi dà la possibilità di fissare la fìsionomia della forma coloniae e ci porta alla conclusione che essa era un documento cartografico di notevolissimo interesse, la cui importanza non è stata suffcientemente rilevata. Questa prima parte costituisce anche una premessa alla seconda, nella quale vengono esaminate le miniature cartografiche che illustrano i codici dei gromatici: infatti esse sono considerate, dallo Schulten in poi, riproduzioni di formae di colonie. Mediante un'analisi particolareggiata, soprattutto con quello che era il territorio centuriato delle colonie in questione, si giunge ad escludere tale derivazione, per il motivo particolarmente che le maggiori deficienze che si riscontrano nelle miniature riguardano la centuriazione, l'elemento cioè che nelle forma aveva la massima esattezza di rappresentazione. Le miniature hanno pertanto un'altra origine, restano comunque un interessante documento della cartografia antica.