Commento dell'editore:
Nell'Italia del Quattrocento, e in particolare nella Toscana comunale e medicea, la lettera scritta a mano costituiva uno strumento di comunicazione semplice, efficace e insostituibile. Leonardo, profondamente immerso in quel mondo, era abituato a tenere stretti contatti con destinatari di vario livello sociale: artigiani, artisti, politici, signori, principi e, poi, naturalmente, allievi, amici e familiari. È ragionevole supporre che, per tessere questa fitta rete di relazioni, egli abbia scritto un gran numero di missive, ma questa massa di materiale epistolare è andata quasi completamente perduta; di essa restano solo pochi frammenti, per lo più conservati tra le carte del Codice Atlantico. Nella lettura corsiniana saranno presentati i primi risultati di un'indagine condotta su quegli abbozzi autografi con l'obiettivo di comprendere quali erano le prassi adottate da Leonardo quando si sedeva allo scrittoio, prendeva carta e penna e preparava le missive che avrebbe spedito ai suoi numerosi interlocutori.