Commento dell'editore:
Il nome di Niccolò Povero compare in una curiosa silloge quattrocentesca, che riporta, insieme ad altri testi giullareschi e canterini, due lunghi capitoli in terza rima denominati mattane (voce di area toscana che significa 'stramberie', 'assurdità'). Non si hanno notizie certe sull'identità dell'autore, ma i due componimenti sono una testimonianza importante nella tradizione della poesia comica fiorentina della seconda metà del XIV secolo.
Le mattane infatti esibiscono una struttura compositiva improntata allo stile e alla retorica del nonsense, che ne fa un tassello imprescindibile nel mosaico culturale che più tardi darà origine alla poesia del Burchiello. La prima mattana presenta una raccolta di immagini bizzarre e visioni fantastiche contenute in una piccola cesta da frutta; la seconda si risolve in un elenco di ricette paradossali esposte da un medico ciarlatano apparso in sogno al poeta. Entro queste scarne cornici, si dipana la strumentazione tipica della tecnica burchiellesca: il ricorso oltranzistico a un lessico idiomatico o gergale, il gusto per l'accumulazione seriale, l'associazione di referti di realtà svincolati dal senso comune e tesi a illustrare una realtà "altra", parallela, del tutto fantasiosa.
Il volume, avvalendosi del recupero di nuove testimonianze manoscritte e a stampa, offre per la prima volta un'edizione critica e annotata dei due componimenti; il puntuale commento linguistico ne chiarisce la lettera, spesso di difficile interpretazione, e individua i piú rilevanti rapporti che essi intrattengono sia con la poesia burchiellesca, sia con la tradizione comica e giullaresca due-trecentesca. L'edizione è corredata da un'ampia introduzione, tesa a illustrare le principali strategie retoriche e stilistiche e a ricostruire la tradizione e la fortuna di questa particolare tipologia testuale; e da una nota filologica, in cui sono indagati i rapporti genealogici tra tutti i testimoni, alla base della costituzione dei testi.