Seconda di copertina:
Autunno del 932, nel vallone degli eremi presso Monte Sant'Angelo. Il nobile longobardo Arechi, cugino dell'imperatore Lamberto, ha appena terminato di scrivere una lunga confessione e si appresta a ritirarsi definitivamente in monastero. La sua grotta è affollata dei fantasmi del passato, di paure, di rimorsi, di ricordi. Ora vuole solo andarsene, scordare il passato. Scordare quando, quarant'anni prima, la regina Ageltrude lo aveva costretto a lasciare il saio per fare di lui una delle più importanti pedine del suo gioco di potere. Scordare gli intrighi, la lussuria e la depravazione imperante nelle stanze papali. Scordare le sanguinose congiure della corte di Pavia, la guerra contro i feroci Ungari che avevano ridotto la pianura padana in un immenso cimitero punteggiato di rovine fumanti. Scordare anche Roma, dove era stato il Custode della "catacomba delle reliquie", l'uomo più potente della curia papale, alleato di donne spregiudicate e bellissime che in un turbinio di violenza, sesso e intrighi creavano e abbattevano papi, re e imperatori. Vuole trovare finalmente la pace, con un solo ricordo da conservare gelosamente: Astil, l'unico, grande e tormentato amore della sua vita. Questo romanzo è come una danza macabra sulle macerie di un mondo, di un impero, di un'epoca.