Commento dell'editore e quarta di copertina:
Figlia prediletta di Teodora (amante di papa Giovanni X), come la madre donna analfabeta ma raffinatissima nella seduzione. Marozia dominò Roma condizionata dalla decadenza dei costumi di una Chiesa nella quale i valori morali erano travolti dalla conquista violenta del potere. Bellissima e spregiudicata, astuta e intelligentissima, attraverso tre matrimoni politici che stabilirono alleanze di rilevanza nazionale. Marozia usò il suo corpo per strategie che nè il potere civile, nè il potere ecclesiastico riuscivano neppure a ipotizzare. Impose sulla Cattedra di Pietro tre pontefici: Leone VI, Stefano VII e Giovanni XI suo figlio (nato da una relazione adulterina con Sergio III), così docilmente devoto alla madre che Marozia era considerata il vero pontefice di Roma. Un altro suo figlio, Alberico, le si ribellò, la fece arrestare, le sottrasse l'influenza su un papato troppo manovrabile e ripristinò l'autorità civile a Roma, che trasformò in Repubblica.
Indice:
pag. 5 Un'epoca tracimante orrori
11 Chiesa dissoluta e frammentata
17 Teodora sgualdrina impudente
25 Verso il saeculum oscurum
31 L'affermazione del regime clerico-aristocratico
39 La ricerca di nuove alleanze
47 Giovanni X da amante a nemico
55 La morte di Alberico
61 All'acme del potere di Roma e della Chiesa
71 L'unione con Ugo di Provenza
79 Un grande disegno politico nazionale
85 Una repubblica di ottimati
93 I pontefici dell'era maroziana
94 Opere consultate