Quarta di copertina:
"Freund ha individuato nel fatto che modernus non significa tanto 'nuovo', quanto 'attuale', la sfumatura di significato decisiva in grado di giustificare la comparsa di neologismo": così scriveva nel 1970 Hans Robert Jauss a proposito di questo saggio, dove per la prima volta veniva filologicamente retrodatata la comparsa del termine modernus da Cassiodoro al 494, precisamente all'epistolario di papa Gelasio; è da questa intuizione che il saggio di Walter Freund si snoda per mostrare come il termine si sia poi articolato e arricchito di senso lungo il Medioevo, distinguendo di volta in volta idee di tempo diverse e aprendo anchela strada alla comprensione della modernità successiva, quella rinascimentale, che oggi ci appare meno conflittuale col Medioevo di quanto non intendesse uno storico come Burckhardt. "Forse la modernità", conclude Remo Bodei nella prefazione a questa prima edizione italiana, "ha una tenacia maggiore di quello che i suoi liquidatori pensano. Il libro di Freund ci insegna a capirlo andando alle sue radici profonde".
Indice:
pag. 5 Prefazione, di Remo Bodei
13 Introduzione: Il problema
15 1. USO LINGUISTICO E COSCIENZA DEL TEMPO NEL V E VI SECOLO
15 Il primo apparire di modernus. Modo e neoreticus
18 Papa Gelasio I
26 Orosio
31 Simmaco, Ormisda, Virgilio
35 Cassiodoro
49 II. USO LINGUISTICO E COSCIENZA DEL TEMPO NEL XII SECOLO
49 Dal VII al XII secolo
60 Thietmar di Merseburg
65 Pier Damiani e la prima fase della polemica della lotta per le investiture
73 Giovanni di Salisbury
91 Guglielmo di Malmesbury e Sugero di Saint Denis
100 La prima Scolastica
106 Excursus: alcuni aspetti del problema del Novus
111 Sintesi e prospettive
115 Note
116 Bibliografia e abbreviazioni