Commento dell'editore:
La studiosa americana Lillian Schwartz, mediante un'analisi computerizzata della Gioconda e dell'autoritratto di Leonardo, rileva impressionanti concordanze fra i lineamenti dei due volti, tanto da sostenere che Monna Lisa sia in realtà un vero e proprio autoritratto idealizzato del pittore.
Le ragioni di un così originale autoritratto sono individuate da Renzo Manetti in quella stessa filosofia che aveva dato vita anche alla musa ispiratrice di Dante. Come Beatrice, anche Monnalisa sarebbe l'immagine dell'alter ego celeste, che funge da guida verso la Sapienza, e per questo avrebbe gli stessi lineamenti del pittore. Tra queste tesi e quella di Vezzosi c'è la comune consapevolezza che il ritratto non raffiguri monna Lisa Gherardini, la moglie di Francesco del Giocondo. Secondo lo studioso esiste un solo documento attendibile coevo a Leonardo, quello che riporta quanto egli disse al cardinale d'Aragona da lui in visita nel 1517 in Francia: Monna Lisa era stata dipinta su richiesta di Giuliano dei Medici e pertanto era una sua favorita. Dunque non poteva essere la monna Lisa mulier ingenua di Francesco del Giocondo, modello virtuoso di moglie e di madre.
Il volume raccoglie opinioni fra loro non combacianti, ma in grado di offrire letture ancora nuove del dipinto forse più studiato e celebre della storia.